Il Commissario europeo Busquin pensa che sia possibile battere la concorrenza giapponese e costruire in Francia il reattore sperimentale a fusione nucleare.
L'Europa crede di poter riuscire a battere la concorrenza del Giappone e a aggiudicarsi la possibilità di poter costruire sul proprio territorio il reattore sperimentale a fusione nucleare Iter.
Lo ha spiegato il commissario europeo per la ricerca, Philippe Busquin, nel corso di una cerimonia che si è tenuta nei giorni scorsi per il 25esimo anniversario della costruzione del Jet (Joint European Torus), uno delle principale strutture di ricerca mondiale sulla fusione nucleare che ha sede a Culham nell'Oxfordshire (Inghilterra).
Secondo Busquin, tra il 2007 e il 2013 l'Europa raddoppierà, infatti, i suoi investimenti in questo settore.
In effetti le decisioni circa il luogo dove realizzare il reattore Iter sembrano essersi arenate in una fase di stallo. I siti in ballo per la sua realizzazione sono due: Rokkasho-mura in Giappone e Cadarache in Francia. Ma la scelta tra i partner del consorzio che dovrà finanziare il progetto sembra essersi arenata.
Nei mesi scorsi le riunioni fissate per decidere la destinazione finale del progetto sono però andate a vuoto. Ora, secondo indiscrezioni sembra che la nuova riunione dei nove partner possa essere fissata entro al fine dell'estate. Il problema è che il gruppo è diviso a metà. L'Unione Europea, la Russia e la Cina sostengono la scelta della Francia, mentre Usa e Corea del Sud puntano a sostenere la candidatura del Giappone.
Lo sforzo internazionale per Iter è paragonabile a quello che è stato necessario alla costruzione della Stazione spaziale internazionale. Una volta costruito, Iter sarà il primo reattore a fusione a produrre 500 megawatt di energia per un periodo di oltre 500 secondi. In questo modo aprirà la strada alle possibili applicazioni commerciali della fusione calda.
La scienza esce fuori dai luoghi istituzionali e si trasferisce intorno ai tavolini di un bar. Esplodono nel mondo i "café scientifique" e stavolta l'Italia non è da meno.
Quattordici tempeste tropicali potrebbero colpire i Carabi e le coste meridionali degli Usa, e circa la metà si potrebbero trasformare in uragani. E dietro a tutto ci sarebbe il riscaldamento dell'Oceano Atlantico e dell'atmosfera, il cambiamento delle correnti che dal sud risalgono a nord.
I resti fossili di alcune rocce tunisine e il verso del guscio di vecchie conchiglie confermerebbe che i dinosauri sono morti a causa dell'abbassamento delle temperature successivo a un grande impatto di asteroide.
Sembrava che a fare la differenza di uomini e scimpanzé ci fosse appena un 1,5% del genoma. Un nuovo studio però mostra come le differenze sono più profonde di quanto si pensava e sono da cercare nel modo in cui dai geni si arriva alle proteine.
Ricercatori statunitensi hanno dimostrato che nella costruzione di un ricordo intervengono anche le zone del cervello che integrano gli stimoli olfattivi. E così che quando si richiama un ricordo si ha la sensazione di sentire gli odori associati ad esso.
L'onda di calore prodotta dall'impatto dell'asteroide caduto sullo Yucatan 65 milioni di anni fa avrebbe ucciso gran parte dei dinosauri in poche ore. La nuova ipotesi è stata pubblicata sul Bulletin of the Geological Society of America.
Grazie alla proteomica ricercatori italiani hanno isolato gli enzimi della flora fermentante del vino responsabili della produzione di istamina che provoca così tanti disturbi, fra cui quel fastidioso mal di testa.
I canali che si vedono sulla superficie del pianeta Marte potrebbero non essere solo il frutto di fiumi che in passato scorrevano sul pianeta. Una nuova ricerca attribuisce la topologia della superficie del pianeta anche a "fiumi di sabbia".
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La missione del lander inglese destinato a scendere su Marte nel Natale scorso minata fin dall'inizio dalle scarse risorse. Lo dice un'inchiesta dell'Agenzia Spaziale Europea.
I centri nervosi dove si formano i nostri rimpianti si trovano nella corteccia orbitofrontale. La scoperta pubblicata su Science da ricercatori francesi che hanno studiato il comportamento di alcuni volontari durante il gioco d'azzardo.
Una ricerca ha consentito di individuare alcune caratteristiche delle malattie ereditarie che colpiscono i cani. Dati che potrebbero essere utili anche nella cura di malattie umane.
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