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Sedna

Che fine ha fatto Sedna va in onda ogni venerdi alle 8.35 sulle frequenze di Radio Fragola di Trieste. Se vuoi ascoltare tutta la puntata schiaccia sul play qui sotto, altrimenti puoi ascoltare solo le interviste cliccando sui nomi accompagnati dal megafonino che compaiono nel testo.

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9 novembre 2007

Il focus di Sedna

L'uomo nero

Babau

Un senso di minaccia pervade l'Italia e l'Europa: la paura di un'invasione alle porte dell'Occidente assilla le nostre case e si insinua nel nostro immaginario. Immigrati, neri, ebrei, zingari diventano capri espiatori di una società densa di conflitti interni e l'odio strumento di affermazione di diverse forze politiche. Ma da dove nasce questa paura? E che ruolo ha nel determinare la convivenza sociale?
Sedna ne discute con Roberto Escobar, professore di filosofia politica all'Università di Milano e autore dei libri Metamorfosi della paura e Il silenzio dei persecutori (Il Mulino). E se oggi esiste la tendenza a una criminalizzazione generalizzata degli immigrati, fino a poco tempo fa gli immigrati eravamo noi. Ne parliamo con Paola Corti, professoressa di storia all'Università di Torino.


Non si possono raccontare storie se non si ha un punto di vista
Enzo Biagi

Per saperne di più

Mentre in Italia si discute di emergenza sicurezza e immigrazione, l'Europa osserva con preoccupazione le manifestazioni di razzismo e di xenofobia verificatesi nel nostro paese. A Strasburgo proprio in questi giorni (8-9 novembre) si è riuniuto il comitato di esperti su Rom e Sinti (MG-S-ROM) del Consiglio d'Europa a cui ha partecipato OsservAzione, l'associazione di promozione sociale (ONLUS) impegnata nella lotta contro l'anti-ziganismo e le violazioni dei diritti umani e per la promozione dei diritti di rom e sinti in Italia. Ai microfoni di Sedna Nando Sigona, ricercatore all'Università di Oxford e membro di OsservAzione, che ha partecipato all'incontro europeo.

2 minuti d'autore

Madri cattive


Madri cattiveUna riflessione su bioetica e gravidanza

di Caterina Botti, Il Saggiatore (2007)


L'assunto del titolo è che comunemente siano considerate "buone madri" quelle donne che rinunciano a ogni loro prerogativa dedicandosi interamente alla crescita del figlio. Al contrario, spiega Caterina Botti, la possibilità di riconoscersi come soggetti e agenti morali a pieno titolo, anche durante la gravidanza, è diritto imprescindibile di ogni donna. Oggi, poi, la maternità è considerata un processo molto più lungo, nasce da un'intenzione che spesso è medicalizzata: le nuove tecnologie ci fanno misurare con l'embrione sul bancone di un laboratorio. Per nove mesi, poi, la donna incinta deve fronteggiare una serie di doveri: essendo arbitro non solo della propria vita ma anche di quella del nascituro. Ma serve davvero una lista di doveri?


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