Una ricerca dell'Università di Harvard rivela l’impronta ecologica del web
Quante ore al giorno passiamo nella rete? Difficile dare una risposta precisa ma di sicuro tante, e non a costo zero per l’ambiente. Una ricerca della Harvard University di Boston ha stimato l’impatto ambientale dei nostri search: un solo click sul tasto Cerca con Google produrrebbe dai 5 a 10 grammi di anidride carbonica in atmosfera. Quanta ne produce un bollitore elettrico per fare una tazza di tè.
La notizia pubblica qualche giorno fa sul sito del Times in un batter d’occhio ha fatto il giro del mondo e, naturalmente, la voce del grande fratello non ha tardato a farsi sentire. La Google ha istantaneamente contestato i dati della ricerca: secondo i responsabili del motore di ricerca più utilizzato al mondo googlare produrrebbe solo 0,2 grammi di Co2.
Ma andando un bit oltre lo scontro dei numeri, la ricerca della Università di Harvard denuncia gli sprechi energetici della rete che non riguardano solo Google. Secondo Alexander Wissner-Gross, fisico tra gli autori dello studio, molti siti sono responsabili di un alto tasso di emissione di anidride carbonica a causa di errori nei software o altri problemi che aumentano il tempo e l’energia necessari ad accedervi. Tra questi ce ne sono di noti e molto frequentati.
“Le nostre analisi – ha spiegato il ricercatore – mostrano che il 10 gennaio del 2009 il sito del Primo Ministro inglese lavorava solo al 64% della sua efficienza, il sito della Regina al 54% e uno sito tra i più frequentati come quello della BBC News solo al 49%.”
Se si considera che sono milioni le persone ogni ora di ogni giorno navigano nel web, il conto per l’ambiente è davvero salato. Secondo le ricerche americane la rete sarebbe responsabile del 2% di tutte le emissioni di gas serra prodotte sul pianeta ogni anno e, già dal 2007, l’impronta ecologica della information and communications technology per la prima volta avrebbe superato quella prodotta dall’industria area mondiale.
Eppure non è detto che la soluzione sia l’abbandono di internet. Anzi, secondo i ricercatori potrebbe risiedere proprio nella tecnologia. “Il web può ridurre il suo impatto ambientale utilizzando dei software che rendono i siti più efficienti da un punto di vista energetico" conclude Wissner-Gross. Insomma, un sito più veloce non solo non farebbe più spazientire utenti (e redattori!): renderebbe anche la rete un po' più verde.
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