"Con la faccia nostra sotto i piedi vostri... e ti puoi anche muovere" scrivevano Massimo Troisi e Roberto Benigni in una lettera indirizzata al terribile Savonarola. Accadeva a Frittole nel 1400, quasi 1500. Il set era quello medioevale di Non ci resta che piangere. Con una simile, pungente ironia, sabato 29 novembre a Bologna 1800 ricercatori si faranno mettere i piedi in faccia: Piazza Maggiore sarà coperta da foto giganti di migliaia di ricercatrici e ricercatori, tutte da calpestare.

All'iniziativa La ricerca calpestata siamo tutti invitati. Ricercatori di tutta Italia, ma anche dall'estero, ci hanno messo la faccia e i passanti del sabato mattina potranno camminare sopra i loro volti. L'obiettivo è toccare con piede il trattamento che il governo italiano sta riservando alla ricerca.

"Le conseguenze della riforma in atto nella ricerca saranno disastrose sia in termini culturali, sia economici, anche se non sempre tangibili immediatamente" dichiarano i ricercatori promotori della manifestazione. Proprio per comunicare a tutti i cittadini la necessità di una rapida inversione di rotta è nata questa manifestazione colorata, scenografica e amaramente ironica, che non blocca il traffico pedonale, ma anzi lo incentiva.

"Vietato non calpestare" è il motto della giornata ma anche un invito a conoscere e a parlare con le donne e gli uomini che in Italia, ogni giorno, nei laboratori e nelle università, fanno ricerca. A Piazza Maggiore, tra aperitivi e ciambelle, i ricercatori parleranno di clima, energia, salute, mostrando cosa significa fare ricerca e quali sono le ricadute della scienza sulle nostre vite. Molti di questi ricercatori hanno dei contratti di lavoro che potrebbero non essere confermati nei prossimi mesi. Precarietà della ricerca significa precarierà per il loro futuro e per lo sviluppo del paese. Uno scenario triste; davvero, anche a noi, non resta che piangere?

Per preparare un percorso su misura e programmare in anticipo quali facce calpestare, sfoglia il catalogo online delle opere in mostra.