A buon fine il primo esperimento di trapianto di trachea costituita da tessuto di un donatore e cellule del ricevente
Una donna colombiana che a causa di una tubercolosi aveva subito gravi danni alla trachea oggi respira perfettamente grazie a un trapianto senza rigetto. Il miracolo è avvenuto grazie alle cellule staminali: a due mesi dall'operazione non si è evidenziata alcuna complicazione, per cui i medici finalmente possono esultare. “Siamo all'inizio di una nuova era per la chirurgia,” ha sentenziato Martin Birchall, professore di chirurgia all'Università di Bristol, nel Regno Unito, e membro del team che ha progettato il tessuto tracheale.
Un gruppo di medici spagnoli ha prelevato 7 centimetri di tessuto da un donatore morto che un team di ricercatori dell'Università di Padova, guidato da Maria Teresa Conconi, ha poi completamente ripulito dalle cellule del donatore attraverso enzimi e detergenti. Dopo sei settimane quello che restava era solo uno scheletro di tessuto connettivo. Nel frattempo Birchall ha prelevato le cellule staminali adulte dal midollo osseo della paziente e ha fatto in modo che si trasformassero, in laboratorio, nelle cellule che vanno normalmente a costituire la cartilagine della trachea.
Queste cellule sono state poi messe a rivestire la trachea del donatore che è stata trapiantata sulla paziente. A cinque mesi di distanza la donna è in buone condizioni di salute e non ha mostrato segni di rigetto. Si tratta del secondo esperimento di trapianto d'organo basato sulle cellule staminali mai effettuato.
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