Dallo studio delle ossa pelviche femminili si è scoperto che l'Homo erectus aveva un cervello grande quasi quanto il nostro.
Gli Homo erectus, gli ominidi nostri lontani antenati che si stabilirono circa un milione e mezzo di anni fa nelle terre dell’Africa orientale, del Medio Oriente e dell’Asia, non erano delle gran lenze. Avevano un corpo da corridori alto e slanciato con anche strette, caratteristiche che ben si adattavano a un clima caldo e alla corsa veloce per l'inseguimento delle prede in Africa, ma il loro cervello era più piccolo del nostro. Questo almeno quanto creduto finora, perché una nuova scoperta pubblicata sull'ultimo numero si Science proietta una nuova luce sull'evoluzione umana.
Secondo i risultati di una ricerca guidata dal paleontologo Scott Simpson, professore di anatomia alla Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland (Stati Uniti), infatti, a un certo punto l'Homo erectus ha fatto un salto evolutivo notevole, sviluppando il cervello a una grandezza simile a quella attuale.
Per arrivare a questa conclusione sono stati studiati i fossili delle ossa pelviche femminili. Facendo misure ostetriche e comparandole con studi precedenti, Simpson e i colleghi hanno determinato che l'osso pelvico dell'Homo erectus si è adattato a far uscire un neonato con un cervello comparabile ai bambini attuali di trentasei settimane, il trenta percento più grande di quanto ritenuto fino ad oggi.
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