Vivere in fondo all'oceano o dentro il corpo umano presenta le stesse difficoltà per batteri e agenti patogeni. Per questo batteri tanto lontani hanno ancora lo stesso genoma.
Che differenze ci sono tra i batteri che si trovano in fondo all'oceano, vicino ai vulcani marini, e quelli che si trovano nel corpo umano?
Molto poche, come è sorprendentemente emerso da uno studio dove sono stati confrontati i genomi di batteri presi da vaulcani oceanici con quelli di batteri presi da patogeni degli animali. La loro relazione evolutiva dimostra che i patogeni animali sono emersi dalle profondità marine.
"La vita sul fondo oceanico potrebbe aver fornito ai batteri le strategie di sopravvivenza necessarie per poter affrontare la vita come patogeni fuori dall'acqua", spiega Satoshi Nakagawa della giapponese Agency for Marine-Earth Science and Technology, di Yokosuka, che insieme al suo gruppo di ricercatori ha eseguito lo studio.
Dai vulcani marini presenti nelle dorsali in fondo agli oceani scaturisce acqua molto calda, ricca di sostanze chimiche. Qui, i batteri si nutrono di metano e sulfiti.
Lo studio ha dimostrato che i batteri dei vulcani marini frequentemente perdono alcuni geni, sviluppano nuove mutazioni, o acquisiscono geni da fonti evolutivamente distanti. Si tratta di un grande vantaggio per questi batteri che devono sopravvivere in ambienti con pericolose composizioni chimiche e temperature estreme.
L'abilità di sopravvivere in un ambiente in costante cambiamento è utile anche per i patogeni che vengono attaccati dal sistema immunitario del corpo umano.
Secondo i ricercatori, si tratta di batteri che inizialmente vivevano negli invertebrati presenti nei vulcani oceanici, e che in seguito sono emersi in superficie trasformandosi in patogeni per gli esseri umani.
Rimangono ancora avvolte dal mistero le supposizioni su come i batteri siano "saltati" fuori dalle profondità dell'oceano, fino a raggiungere il corpo umano. "L'ipotesi migliore potrebbe arrivarci dai resti fossili", spiega Satoshi Nakagawa.
La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science.
Trovato vapore acqueo in pianeti simili a Giove. Si moltiplicano le prove a sostegno dell'esistenza di sistemi analoghi a quello solare.
Si chiama Pelagia noctiluca, ed è una delle meduse più pericolose presenti nel Mediterraneo. Pesca e riscaldamento globale potrebbero aumentare la possibilità di fare questo spiacevole incontro durante l'estate.
Un farmaco, spesso prescritto per il trattamento del cancro al seno, potrebbe invece far proliferare le cellule tumorali, proteggendole dal sistema immunitario.
Avreste mai immaginato che anche i pesci hanno i loro momenti difficili, soprattutto quando devono prendere delle decisioni? A dimostrarcelo è uno studio sul loro cervello.
La Terra è cinque millimetri più stretta. Lo rivelano nuove e più accurate misurazioni condotte da un progetto internazionale con sede a Bonn.
Tra poco i robot avranno una memoria visiva simile a quella dei ratti. Lo rivela uno studio messicano che ha studiato le risposte di un robot programmato con le specifiche di un cervello di ratto.
Per fare colpo sulle proprie compagne i passeri non solo devono essere intonati, ma devono anche saper cinguettare le ultime tendenze musicali del momento.
Un team di ricercatori inglesi ha scoperto che l'iniezione di cellule staminali nel feto potrebbe rafforzare le ossa colpite da osteogenesi imperfetta. Ed è subito polemica.
Ispirati da Esopo, i ricercatori hanno scoperto che gli oranghi sono in grado di elaborare strategie intelligenti per raggiungere cibo non facilmente accessibile.
L'umanità consuma quasi un quarto delle risorse del pianeta. Con l'aumento della produzione di biocarburanti lo sfruttamento potrebbe aumentare e il deserto stagliarsi all'orizzonte.
L'ipotesi è che la vita dell'universo sia formata da un eterno ciclio di big bang e collassi. La scoperta: potrebbero non esistere mai due universi uguali, perché la storia ricomincia ogni volta (quasi) da zero.
Sbadigliare non denota l'approssimarsi del sonno, ma serve a corroborare il nostro cervello. Lo dicono due psicologici statunitensi.
Il famoso genetista che in passato era riuscito a mappare il genoma umano ha portato a termine un'altra promessa: trapiantare l'intero genoma da un batterio a un altro.
La scoperta di cellule staminali embrionali nei topi molto simili a quelle umane potrebbe segnare un grande passo avanti nello studio delle terapie genetiche.
Un nuovo rivelatore ha permesso di osservare nell’inviluppo gassoso di una gigante rossa molecole complesse importanti per la vita
Gli embrioni di un pesce che vive negli stagni stagionali del Venezuela sono capaci di ridurre il metabolismo al minimo per resistere alla siccità