Si chiama Pelagia noctiluca, ed è una delle meduse più pericolose presenti nel Mediterraneo. Pesca e riscaldamento globale potrebbero aumentare la possibilità di fare questo spiacevole incontro durante l'estate.
Una preoccupantemente alta concentrazione di un particolare tipo di meduse, chiamato Pelagia noctiluca, è stata individuata al largo delle Isole Baleari, vicino alla Spagna, così come in altre zone del Mediterraneo.
Il rischio è che queste piccole meduse, che causano irritazioni molto dolorose, possano fare la loro comparsa sulle nostre spiagge ad agosto, proprio nel mezzo della maggiore presenza di turisti.
La Pelagia noctiluca, colloquialmente detta "Medusa luminosa", può essere larga fino a 10 centimetri. Il suo nome deriva dal fatto che queste piccole meduse producono un muco luminescente, di colore verde-blu, ben visibile soprattutto di notte.
Queste meduse hanno dei filamenti urticanti, lunghi fino a 4 metri, le cui "punture" possono essere tra le più dolorose tra quelle causate in genere dalle meduse presenti sulle nostre coste.
Queste Meduse luminose normalmente vivono nell'oceano aperto, e possono essere avvistate al largo di isole lontane dalla costa, come ad esempio le Baleari.
Di solito si avvicinano ai litorali della terraferma solo verso la fine dell'estate. In questo periodo, infatti, inizia a cadere meno pioggia, la quantità di acqua dolce che si riversa nel mare diminuisce, e aumenta la concentrazione di sale nell'acqua, elemento fondamentale per la sopravvivenza delle meduse, anche a poca distanza dalla costa.
I sempre più frequenti periodi di siccità che stanno colpendo il nostro continente hanno fatto sì che l'acqua lungo i litorali sia sempre più salata. Per questo negli ultimi anni questo tipo di meduse ha fatto sempre più spesso la sua comparsa lungo le spiagge del Mediterraneo.
La grande concentrazione di Pelagia noctiluca vicino alle Isole Baleari è stata scoperta e filmata da un'organizzazione spagnola di conservazione marina, chiamata Oceana, a una profondità di 130 metri, usando un robot sottomarino comandato a distanza.
Lo stesso gruppo di ricercatori ha anche individuato grossi gruppi di meduse nel Mediterraneo occidentale, ad esempio a nord delle isole Eolie e della Sicilia.
Secondo Ricardo Aguilar, ricercatore marino che lavora con Oceana, può capitare che le meduse si accumulino in modo naturale tutte in una zona, come risultato di essere trasportate dalle correnti oceaniche. Tuttavia afferma che in generale il numero di esemplari presenti nelle acque mediterranee sta via via aumentando.
"Normalmente queste meduse muoiono durante l'inverno", spiega Aguilar. "Nel 2006 però era possibile vederle ancora in vita addirittura nei mesi di ottobre e novembre. Questo significa che probabilmente hanno potuto riprodursi durante tutto l'anno".
Secondo Ricardo Aguilar, il riscaldamento delle acque del Mediterraneo ha favorito la sopravvivenza e riproduzione di questo tipo di meduse. Allo stesso modo ha contribuito la decimazione dei loro predatori, come il pesce luna, il pesce balestra e le tartarughe caretta caretta, catturati per la pesca.
"Si tratta anche della dimostrazione della riduzione, in generale, della presenza di vertebrati marini, a causa della pesca sconsiderata che viene fatta nei nostri mari", aggiunge Aguilar. "Dove ci sono meno vertebrati, aumenta il numero degli invertebrati. Infatti, abbiamo notato un aumento anche nella presenza di crostacei".
I pesci piccoli competono con le meduse per il cibo, quindi la presenza di meno pesci significa minore competizione. Le meduse si nutrono delle larve dei pesci, quindi la loro presenza in grandi quantità rappresenta anche una cattiva notizia per le tante specie minacciate di pesci del Mediterraneo, così come per molti tour operators e villaggi turistici.
L'associazione Oceana ha affermato che divulgherà tutte le informazioni in suo possesso su avvistamenti fatti attraverso perlustrazioni marine, che potrebbero essere utili per dare avvertimenti sull'arrivo delle meduse nelle aree turistiche.
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