La sonda europea finisce la sua lunga missione nello spazio con l’impatto nel Lago d’Eccellenza
La lunga avventura cosmica della sonda Smart 1 si è conclusa con uno schianto sulla superficie lunare. Dopo un lungo pellegrinaggio fra la Terra e la Luna durato 16 mesi, alle 7:42 nella mattina di domenica 2 settembre la sonda è precipitata in una regione chiamata Lago d’Eccellenza. Secondo l'Agenzia Spaziale Europea, che ha realizzato la sonda, la missione è stata un pieno successo. “Smart 1 è stata un trionfo tecnologico” ha dichiarato Giorgio Saccoccia, uno degli scienziati che ha curato la costruzione del motore.
Una volta che i dati ottenuti dall’analisi del lampo causato dall’impatto della sonda saranno stati analizzati (e ci vorrà qualche anno) si avranno molte più notizie a proposito dell'origine del nostro satellite e della sua composizione geologica. Secondo gli astronomi dell’Osservatorio franco-canadese delle Hawaii il lampo dell’impatto è stato più brillante del previsto.
Smart 1 è stata importante però soprattutto per la sperimentazione della tecnologia del motore ionico a energia solare e per le innovative tecniche di comunicazione, che saranno utilizzate nei futuri voli verso altri pianeti, inclusa la prossima sonda Bepi-Colombo, prevista per il 2013 e la cui costruzione è iniziata in questi giorni. La Bepi-Colombo verrà inviata verso Mercurio, un viaggio tutto sommato breve, ma molto complesso, per l'enorme attrazione gravitazionale esercitata dal Sole.
“Smart 1 ha osservato l’intera superficie lunare — ha detto Giuseppe Racca, ricercatore dell'ESA e project manager della missione — specialmente i poli, che sono stati poco osservati in passato". Le precedenti missioni spaziali, infatti, hanno permesso di raccogliere informazioni soprattutto sulla fascia equatoriale del nostro satellite naturale”. La sonda è andata oltre, occupandosi di tutta la Luna, e fornendo una "visione d'insieme che conferma a livello globale conoscenze sulla composizione della Luna che invece erano limitate a livello locale". Cioè la ricchezza in calcio e magnesio del nostro satellite naturale, come indicato dai 382 chilogrammi di rocce lunari e terra finora raccolti dalle varie missioni Apollo.
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