Nuovo studio conferma l’ipotesi che entro la metà del secolo lo strato di ozono tornerà ai livelli pre 1980
Lo strato di ozono, il cui primo sensibile assottigliamento è stato rilevato nel 1980, potrebbe riguadagnare il suo spessore normale già intorno alla metà di questo secolo. A dare l'annuncio alcuni scienziati del Georgia Institute of Technology. Lo studio sta per essere pubblicato sulla rivista “Journal of Geophysical Research - Atmospheres” nel numero del 9 settembre. Secondo le osservazioni degli studiosi l'ozono ha smesso di assottigliarsi nel 1997, e da allora ha invertito la tendenza.
Alcune sostanze chimiche, come i clorofluorocarburi contenuti in refrigeranti e propellenti aerosol, avevano infatti negli anni Ottanta quasi completamente distrutto lo strato di ozono che protegge il pianeta dalle dannose radiazioni ultraviolette emesse dal Sole. Sembra che adesso lo spessore di questo fondamentale scudo protettivo sia tornato ai livelli del 1980 e entro il 2050 sarà ripristinata la normalità. Al di sopra dell'Antartide il famoso "buco dell'ozono", che si apre ogni estate sul Polo Sud, potrebbe essere chiuso entro il 2068.
Secondo i ricercatori, coordinati da Derek Cunnold, nella fascia atmosferica a 18-25 chilometri di altezza il recupero dello strato di ozono sarebbe merito del Protocollo di Montreal, che ha rappresentato, nel 1987, il primo documento di intesa internazionale che aspirasse a contenere l'emissione inquinante dei gas nell'atmosfera. Mentre in una fascia più bassa, quella compresa tra gli 11 e i 18 chilometri di quota, si è registrato un leggero aumento dovuto probabilmente al trasporto del gas lungo la colonna d’aria, piuttosto che a cambiamenti nella chimica dell’atmosfera. Questo meccanismo a sua volta sembra dipendere da cambiamenti nelle condizioni climatiche indotti dalle attività umane.
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