La nuova tecnica consente di realizzare reazioni chimiche più pulite.
La principale reazione chimica usata nell'industria, e cioè il processo di ossidazione, potrà diventare pulito grazie all'uso di nanoparticelle d'oro. La scoperta è stata fatta da Graham Hutchings, un chimico della Cardiff University, che ha pubblicato un articolo sull'ultimo numero della rivista "Nature" (vol. 437, numero 7062)
"Il processo di ossidazione si basa generalmente sull'uso di sostanze che lo facilitano, chiamate ossidanti, che producono scarti e inquinamento", spiega il ricercatore. Il suo team invece ha scoperto una scorciatoia. Ha usato infatti nanoparticelle d'oro di soli 25 nanometri di diametro che si sono dimostrate in grado di attivare l'ossigeno presente nell'aria a una temperatura relativamente bassa, solo 60-80 gradi, e a una pressione simile a quella dei pneumatici.
In questo modo il costo del processo diminuisce: temperatura più bassa si traduce infatti in un risparmio di energia per realizzare la reazione. Le molecole di ossigeno cosí attivate si uniscono facilmente alle molecole di carbonio senza la necessità di ricorrere ai solventi e l'intero processo diventa anche meno aggressivo per l'ambiente.
Il segreto è dividere l'oro in piccole molecole composte da pochi atomi. Generalmente questo metallo è inerte (cosa che lo rende particolarmente prezioso) ma suddiviso in questo modo è invece particolarmente reattivo. Nelle sperimentazioni l'oro è risultato utile nella fabbricazione degli epossidi, composti formati dall'unione di due atomi di carbonio attraverso un ponte formato da un atomo di ossigeno. Per fabbricarli, normalmente si usa come catalizzatore il perossido di idrogeno, un comune antisettico. Ma cosí il processo è otto volte più costoso dell'uso della semplice aria a cui viene aggiunto l'oro come catalizzatore.
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