Nuove tecniche di analisi delle immagini satellitari svelano il fenomeno del "disboscamento selettivo".
Il tasso di deforestazione dell'Amazzonia è due volte più veloce di quanto calcolato fino a oggi. Lo sostiene un articolo pubblicato sulla rivista "Science" (vol 310, numero 5747) , da Gregory Asner della Carnegie Institution di Washington che ha studiato con una nuova tecnica le immagini satellitari.
Fino a oggi, i satelliti mostravano soltanto le aree che venivano disboscate completamente e non quelle in cui si operava il disboscamento selettivo, l'abbattimento cioè solo di alcuni alberi. Secondo i dati di Asner, invece, questo tipo di disboscamento ha un impatto notevole sulla foresta amazzonica: tra il 1999 e il 2002 ha portato alla rimozione di 50 milioni di metri cubi all'anno di legno, con la perdita di 19 800 chilometri quadrati di foresta nel 1999 contro i 16 100 perduti per la distruzione completa delle aree forestali. Cosa peggiore, il disboscamento selettivo riguarda anche 1200 chilometri quadrati di territorio che dovrebbe essere protetto.
Per riuscire a ottenere questi dati dalle immagini via satellite, Asner ha usato nuovi programmi in grado di individuare la rimozione degli alberi nella sequenza di immagini raccolte dal satellite Landsat nel corso degli anni.
Sebbene il taglio selettivo abbia un impatto minore sull'ambiente forestale, lasciando sufficientemente intatto il suolo, i suoi effetti sono comunque notevoli. Anzitutto, rimuovere gli alberi significa ridurre la capacità della foresta di assorbire anidride carbonica dall'atmosfera. Poi, un disboscamento selettivo incontrollato potrebbe alterare l'equilibrio delle specie arboree della foresta pluviale, indebolendo alcune specie a vantaggio di altre. Infine, questa pratica cambia il microclima forestale rendendo più pericolosi gli incendi.
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