Una grotta svela che dopo l'estinzione dal continente nordamericano, la megafauna rimase in vita nelle isole al largo dell'Alaska.
I resti di un mammut risalente a soli 5700 anni fa sono stati scoperti in una grotta delle Isole Pribilof al largo delle coste dell'Alaska. L'annuncio è stato dato nel corso del meeting della Geological Society of America a Salt Lake City nello Utah. Il mammut è il più "giovane" mai scoperto fino a oggi nell'America settentrionale: l'esemplare è infatti di 2200 anni più recente degli altri, spiega Kristine Crossen, una geologa della Università dell'Alaska.
Secondo gli esperti, questo dimostra che le isole al largo dell'Alaska rappresentarono l'ultimo bastione in cui sopravvisse la megafauna dell'America del Nord prima della sua estinzione, forse dovuta alla caccia spietata dell'uomo, forse a fenomeni climatici. La scoperta è avvenuta nel 1999. Alcuni cacciatori che stavano battendo la tundra dell'Isola di Saint Paul si trovarono davanti una profonda grotta di circa 12 metri.
I cacciatori individuarono alcune ossa e avvertirono l'Università dell'Alaska. Solo nel 2003 fu possibile lanciare una spedizione guidata da Douglas Veltre e David Yesner, che raccolse circa 1750 frammenti ossei dalla grotta ribattezzata Qagnax (la parola aleutina per ossa).
Questi risultarono appartenere in gran parte a piccole volpi, cadute nella grotta e incapaci di uscire. Però vennero individuate anche ossa di mammut: due denti completi e altri cinque frammenti. L'analisi al radiocarbonio le ha identificate come le più giovani del Nord America. Sempre su queste isole, sono stati trovati altri esemplari risalgono a circa 7900 anni fa. In Siberia, sull'isola di Wrangel, invece, ce ne sono alcuni ancora più giovani, risalenti a 3700 anni fa. Questi mammut "insulari" erano di circa il 10% più piccoli dei loro fratelli continentali. Si estinsero probabilmente per cause ambientali, visto che l'isola non venne abitata fino al tardo Ottocento.
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