I cambiamenti climatici potrebbero causare veri e propri esodi di milioni di persone.
Le previsioni sulle future migrazioni causate dai cambiamenti climatici sono sempre più pessimiste. Le raccoglie un dossier di Legambiente e Civitas, intitolato Profughi ambientali, la nuova emergenza del millennio. Ecco alcuni dati. Norman Myers, uno dei maggiori studiosi della materia, ha stimato che i migranti per penuria di acqua, cambiamento di clima, innalzamento del livello del mare, raggiungeranno nel 2050 i 150 milioni, previsione confermata anche dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite.
L'IPCC, il panel di esperti che studia i cambiamenti climatici, ha individuato le aree che subiranno maggiormente questi effetti. La prima è il Vietnam che potrebbe perdere 500 000 ettari di terra nel delta del fiume Rosso e 2 milioni nel delta del Mekong con il rischio di spostamento per 10 milioni di persone. Poi le Maldive, dove a causa dell'innalzamento del mare andrà perduto circa l'85% dell'isola principale dove è situata la capitale Malè e dove sarà sommersa gran parte dell'arcipelago costringendo 300 000 persone a rifugiarsi in India. Ancora, l'Africa, che sarebbe inondata dal mare per 2,7 milioni di ettari: le spiagge indietreggerebbero di circa tre chilometri e la capitale del Gambia sarebbe completamente sommersa. Poi l'Egitto, che vedrebbe diminuito il suo territorio di circa 2 milioni di ettari concentrati nel delta del Nilo con conseguente movimento di 8 milioni di persone inclusa, quasi per intero, la popolazione di Alessandria. Infine in America del Sud, 600 000 persone che potrebbero migrare dallo Stato della Guyana.
In uno studio dell'ENEA, l'Italia è inserita in un'area "tra quelle mondiali a più alta vulnerabilità in termini di perdita di zone umide e in particolare degli ecosistemi e della bio-diveristà marino-costiera". Gli scenari previsti mostrano una tendenza all'innalzamento del livello del mare che oscillerà tra i 18 e i 30 centimetri entro il 2090 e questo fenomeno interesserà circa 4500 chilometri quadrati del nostro territorio, di cui il 25,4% al nord, il 5,4 in Italia centrale, 62,6% al sud, il 6,6% in Sardegna. Si pevede, inoltre, una progressiva desertificazione di vaste aree, in particolare nelle regioni del Sud: 47% della Sicilia, 31,2% della Sardegna, 60% della Puglia e 54% della Basilicata.
L'influsso dell'attività solare sui campi magnetici terrestri disorienta i grandi cetacei.
L'Homo sapiens è uscito dall'Africa seguendo un tragitto attraverso l'Oceano Indiano e non il Medioriente.
Cubi dotati di chip riescono a ricostruire delle copie.
Ricerca pubblicata su "Nature" risolve l'antico dilemma: ma a quanto pare non si deve sottostimare l'importanza dell'olfatto.
Individuati su stelle giovani simili al Sole dei brillamenti solari molto più grandi di quelli che si registrano oggi. Per gli astronomi potrebbero aver influenzato la posizione dei pianeti.
Un gruppo di esperti della Commissione europea ha bocciato la proposta avanzata dal presidente Barroso.
I siti delle centrali devono essere scelti con molta cura, per evitare l'impatto sulle popolazioni di uccelli.
Il reattore a fusione sperimentale potrebbe finalmente trovare casa in Europa, dopo il lungo braccio di ferro con il Giappone.
Secondo un astronomo americano, la sonda potrebbe subire gli effetti di una forza che agisce su alcuni asteroidi con orbita eccentrica.
Per la prima volta, è stata riconosciuta una specie di dinosauri che per sfruttare una nicchia evolutiva è passata a un tipo diverso di dieta.
La conferma arriva dalla composizione della piccola luna: il rapporto tra la roccia e il ghiaccio indica che si è formata nella fascia di Kuiper.
Il loro patrimonio genetico è frutto di un mix tra etnie africane e indonesiane. La ricerca è pubblicata sull'"American Journal of Human Genetics".
Frutto di una collaborazione tra INGV e INFN, Nemo studierà terremoti, vulcani e neutrini e avviserà del rischio tsunami.
La specie si è evoluta circa un milione di anni prima la caduta dell'asteroide nello Yucatan.
Un rapporto della Commissione Europea sottolinea i rischi dello sfruttamento eccessivo dei terreni nei paesi dell'Unione.
Ulteriore conferma del riscaldamento globale: la differenza tra quanto assorbito e quanto emesso è di 0,85 watt per metro quadrato.
I dati presentati a Vienna dimostrano che l'ozono sull'Europa centro-settentrionale ha raggiunto in primavera i suoi minimi storici.
La ricerca pubblicata su "Nature" non avrà scopi commerciali ma potrà essere usata in molte applicazioni scientifiche.