Un rapporto della Commissione Europea sottolinea i rischi dello sfruttamento eccessivo dei terreni nei paesi dell'Unione.
L'agricoltura dell'Unione europea è minacciata dal declino della qualità dei suoli. L'allarme arriva da un rapporto che sottolinea come il 16% delle terre dell'Unione soffrano di questa piaga, soprattutto nei paesi dell'ex blocco sovietico.
Il rapporto, intitolato Soil Atlas of Europe, è frutto del Joint Research Centre della Commissione Europea. Le cause di questo cattivo stato dei suoli sono varie: urbanizzazione, cambiamenti climatici, inquinamento e cattive pratiche agricole. Secondo i dati, le misure per potenziare la qualità dei terreni rischiano di pesare notevolmente sulla politica agricola comune dell'Unione e di aumentarne i già notevoli costi.
Il rapporto comunque punta il dito soprattutto sui cambiamenti di gestione dei terreni. Il 75% dei suoli dell'Europa meridionale ha un così basso contenuto di materia organica da suscitare preoccupazione. In Inghilterra e Galles la percentuale di terreni di questo tipo è salita dal 35% al 42% nei 15 anni compresi tra il 1980 e il 1995.
"Come evidenzia l'atlante — dice Arwyn Jones, un ricercatore del Joint Research Centre — siamo debitori della nostra esistenza a un sottile strato di terreno e al fatto che piove". Le minacce maggiori risultano essere l'erosione, l'uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi, la perdita di materiale organico, l'inquinamento industriale, la salinizzazione, la perdita di biodiversità, la compattazione dei suoli causata dalle macchine agricole, le frane e le inondazioni.
"Sottostimiamo costantemente il valore del suolo — dice Janez Potocnik, commissario europeo alla ricerca — e se continua così ci accorgeremo del suo valore nel modo peggiore". L'atlante servirà da base per una direttiva dell'Unione destinata a proteggere i suoli europei.
Individuati su stelle giovani simili al Sole dei brillamenti solari molto più grandi di quelli che si registrano oggi. Per gli astronomi potrebbero aver influenzato la posizione dei pianeti.
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Per la prima volta, è stata riconosciuta una specie di dinosauri che per sfruttare una nicchia evolutiva è passata a un tipo diverso di dieta.
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Seicento megabyte per secondo, per dieci giorni consecutivi, verso sette centri di ricerca in Europa e negli Stati Uniti. È il risultato ottenuto dal sistema Grid, nel corso di un test di valutazione.