I dati presentati a Vienna dimostrano che l'ozono sull'Europa centro-settentrionale ha raggiunto in primavera i suoi minimi storici.
Lo scudo di ozono sull'Europa centro-settentrionale ha raggiunto all'inizio di questa primavera il suo minimo storico da 50 anni a questa parte. A dirlo sono gli scienziati riuniti al meeting della European Geosciences Union che si tiene a Vienna.
L'analisi preliminare dei dati indica che un terzo delle molecole di ozono nella stratosfera artica sono andate distrutte durante questo inverno. All'inizio della primavera, questa massa d'aria povera di ozono si è spostata verso sud fino a posizionarsi sull'Europa centro-settentrionale. I dati sono stati raccolti tra gennaio e marzo e arrivano da 35 stazioni di rilevamento tra la Groenlandia e l'isola di Tenerife. In più sono stati integrati con dati raccolti attraverso i satelliti.
Un assottigliamento molto forte dello strato di ozono sull'Europa si era già osservato durante inverni artici freddi, in particolare nell'inverno 1999/2000. Quest'anno però la riduzione è del 30% superiore al previsto. Parte di questa perdita è stata compensata dall'ozono che arriva da sud, ma in realtà si è arrivati molto vicini all'apertura di un vero e proprio buco sull'Europa. Anzi non si è mai stati così vicini a questo evento, spiega Markus Rex, uno scienziato atmosferico dell'Alfred Wegener Institute of Polar and Marine Research di Potsdam, in Germania.
L'ozono viene distrutto quando le molecole di ossigeno reagiscono con le sostanze chimiche prodotte dal decadimento dei clorofluorocarburi. L'uso di queste sostanze è stato bandito dal Protocollo di Montreal, ma essendo sostanze di lunga durata continueranno a distruggere l'ozono atmosferico nelle regioni polari per i prossimi 50 anni. L'impatto dell'inquinamento è accresciuto dai cambiamenti climatici. I cambiamenti climatici infatti aumentano la probabilità di inverni polari molto freddi. E questi ultimi a loro volta rendono più probabile la formazione di nubi ricche di composti acqua e acido nitrico e solforico che trasformano i clorofluorocarburi in sostanze ancora più aggressive verso lo strato di ozono.
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