Il governo britannico pensa di eliminare cosí l'anidride carbonica in eccesso. E gli scienziati dicono che è la strategia giusta.
Il governo britannico sta seriamente considerando l'ipotesi di sostenere finanziariamente lo stoccaggio dell'anidride carbonica prodotta dalle centrali elettriche alimentate a carbone all'interno dei pozzi metaniferi e petroliferi del Mare del Nord.
Lo ha spiegato nel corso del meeting sul cambiamento climatico di Exeter il consigliere scientifico del primo ministro inglese, Sir David King. Secondo il capo degli scienziati che collaborano con Tony Blair le trattative con le industrie sarebbero già in corso e l'obiettivo sarebbe quello di riuscire a immagazzinare circa il 25% dell'anidride carbonica prodotta dalla Gran Bretagna. Secondo quanto riportato dal quotidiano "The Guardian" il piano sarebbe sostenuto da una manovra di defiscalizzazione, ma i costi dell'operazione di stoccaggio dell'anidride carbonica sarebbero comunque ripagati dalla possibilità di sovrasfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas. L'immissione del gas nei giacimenti del Mare del Nord provocherebbe infatti la fuoriuscita di queste importanti materie prima oltre la capacità di estrazione attuale.
Per King questo potrebbe essere un modo efficace di contenere l'emissione di anidride carbonica nell'atmosfera, ma "bisogna fare in modo che anche i paesi in rapido sviluppo possano fruire delle stesse tecnologie". La preoccupazione dell'esperto britannico va al piano energetico della Cina che prevede un largo impiego di centrali elettriche alimentate a carbone.
"Abbiamo esteso le nostre preoccupazioni — ha riferito King — al governo cinese, chiedendo loro di adattare le nuove centrali in costruzione con le tecnologie necessarie per la cattura delle emissioni di anidride carbonica". "Ma prima di tutto — ha spiegato ancora King — dobbiamo essere sicuri che il piano funzioni". Uno dei problemi di questa soluzione è proprio quello di assicurarsi che i gas che vengono pompati nelle viscere della Terra non riescano a risalire in superficie.
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