Si tratta della prima delle otto bobine che compongono il Barrel Toroid, il cuore di un progetto che punta a scovare le particelle più esotiche.
Si è concluso con successo al Cern di Ginevra il collaudo della prima delle otto bobine che costituiranno il cilindro esterno del magnete superconduttore toroidale (il cosiddetto Barrel Toroid) dell'esperimento Atlas, presso l'acceleratore Lhc. Atlas ha l'ambizioso obiettivo di raccogliere informazioni fondamentali per la ricerca dell'elusivo bosone di Higgs e di scoprire segnali dell'esistenza di particelle ancora più esotiche.
Il Barrel Toroid sarà il più grande magnete superconduttore mai realizzato e rappresenta una sfida tecnologica di grande complessità. Per rendersene conto basta pensare alle misure straordinarie dell'oggetto: le otto bobine che compongono il Barrel Toroid hanno ciascuna le dimensioni di un rettangolo di 5 x 25 metri e verranno assemblate a circa 100 metri di profondità, nella caverna che ospita il rivelatore di Atlas e che è lunga 55 metri e larga 30. A montaggio completato il Barrel Toroid avrà un aspetto simile a un cilindro coricato, lungo 25 metri, alto 20 e con un peso complessivo di ben 1315 tonnellate, di cui 695 dovranno essere raffreddate a temperature prossime allo zero assoluto (circa 5 °K, ossia - 268 °C) per rendere superconduttivi gli avvolgimenti.
L'Italia e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno avuto un ruolo di primo piano. L'Infn, tramite il Laboratorio Acceleratori e Superconduttività Applicata (Lasa) della Sezione di Milano, ha infatti dato dapprima un sostanziale contributo alla progettazione, e ha quindi finanziato e seguito tecnicamente la costruzione di molti dei sofisticati elementi che compongono l'enorme strumento. Metà del cavo superconduttore di tutto il Barrel Toroid è stato realizzato da una collaborazione fra Europa Metalli Superconduttori (ora Ocsi) di Fornaci di Barga (Lucca) con l'Ethz di Zurigo, mentre l'Ansaldo Superconduttori di Genova ha costruito tutti i 16 avvolgimenti superconduttivi, che rappresentano il vero cuore del magnete. Una parte del criostato che ospita il magnete, lo schermo termico, è stata infine realizzata e montata dalla Ettore Zanon S.p.A. di Schio (Vicenza).
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