Dall'Arizona arriva la giustificazione genetica dell'infedeltà maschile: nasce da uno svantaggio nella trasmissione genetica degli uomini rispetto alle donne.
Se fanno i cascamorti con le altre non prendetevela con loro: è la genetica che li condanna. Gli uomini, infatti, tendono a provarci con tutte, perché il successo dei loro geni dipende solo da quanto riescono a diffonderli.
Un gruppo di ricercatori dell'Università dell'Arizona di Tucson, grazie ai finanziamenti del National Institute of Health, ha dimostrato le basi genetiche dell'infedeltà maschile, che ha origine dallo svantaggio degli uomini verso le donne quando si tratta di trasmissione genetica. Lo studio è stato condotto confrontando la dinamica del cromosoma Y (trasmesso dal padre ai soli figli maschi) e quella del DNA mitocondriale (trasmesso dalla madre a tutti i figli e quindi capace di seguire la storia delle donne di una famiglia). Il risultato è stato pubblicato nell'edizione on line di Nature Genetics.
Gli scienziati si sono scervellati sulla differenza di età tra l'antenato comune degli uomini (l'Adamo del cromosoma Y) e l'antenata delle donne (l'Eva mitocondriale). Adamo risulta più giovane di almeno centomila anni. Il cromosoma Y, inoltre, sembra rimanere relativamente immutato nella storia dell'umanità, avendo accumulato molte meno variazioni degli altri.
Jason Wilder e gli altri ricercatori hanno confrontato il DNA mitocondriale e il cromosoma Y di tre popolazioni umane molto lontane nell'albero genealogico dell'umanità: i Khoisan del Sudafrica, i Khalks della Mongolia e i Papua della Nuova Guinea. Assumendo che uomini e donne si riproducano alla stesso ritmo, i ricercatori hanno provato a spiegare la scarsa variabilità del cromosoma Y suggerendo che le poche mutazioni vantaggiose avessero fatto rapidamente il giro del mondo. Ma questo non spiegava la differenza di età con il DNA dei mitocondri.
La cosa, secondo i ricercatori, si spiega invece se si cambiano i presupposti. Cioè se si considera che gli uomini si riproducono meno delle donne. Quello degli uomini infedeli "è una storia antica. - spiega Jason Wilder - La norma nell'evoluzione umana è che le donne hanno più probabilità degli uomini di riprodursi, perché gli uomini se la devono vedere con molti rivali e i più deboli spesso finiscono per non avere figli". La nostra specie, prosegue, non è nata monogama, ma lo è diventata solo di recente. Per questo la monogamia non ha lasciato molti segni nel nostro DNA.
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