Svelato il mistero di un pozzo pieno di resti umani trovato in Spagna ad Atapuerca: probabilmente i corpi vi furono gettati dopo un massacro.
Trova soluzione un giallo di 300 mila anni: i 28 corpi di uomini, donne e bambini sepolti in un pozzo della grotta spagnola di Atapuerca sarebbero stati vittima di un massacro.
A questa conclusione sono arrivati i ricercatori spagnoli delle Università di Madrid e Burgos che hanno pubblicato la loro scoperta sulla rivista Journal of Anthropological Research.
Dieci anni fa nel grande giacimento archeologico di Atapuerca (a una trentina di chilometri da Burgos, nella Vecchia Pastiglia in Spagna) sono venute alla luce le ossa di 28 persone di età e sesso diverso all'interno di un pozzo profondo una quindicina di metri. Era il più grande ritrovamento collettivo mai fatto. Il luogo veniva chiamato Sima de los huesos ("Il pozzo delle ossa"). Si trattava di individui appartenenti alla specie Homo heidelbergensis, che viveva in Europa nel Pleistocene, circa 300 ,000 anni fa.
I paleontologi hanno compreso che quei corpi erano stati gettati lì dentro, perché non era possibile, nemmeno all'epoca, cadere accidentalmente in un pozzo nascosto all'interno di una caverna.
Una delle ipotesi era quella di una catastrofe naturale, ma non erano stati trovati segni né di un terremoto né di una alluvione. Poteva trattarsi del primo cimitero della storia, e questo avrebbe dimostrato che l'uomo ha iniziato a sentire pietà per la morte e a seppellire i suoi simili con 200 000 anni di anticipo rispetto a quello che si sapeva fino ad ora.
Ma l'esame lungo e dettagliato delle ossa ha permesso di stabilire che la morte dei 28 della "Sima de los huesos" è avvenuta contemporaneamente. Lo dimostra sia il modo con cui si sono ammucchiati i corpi sia il fatto che la proporzione di individui tra gli 11 e i 20 anni sia del 64 per cento. Al contrario, in altri siti funerari questa percentuale è solo del 39 per cento. L'ipotesi che diventa più probabile è quindi quella di un massacro, probabilmente per mano di una tribù rivale.
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