Uno studio su Nature conferma che le staminali del cervello possono trasformarsi anche in cellule di altri tessuti. Il primo a scoprirlo era stato uno scienziato italiano, Angelo Vescovi.
Un nuovo risultato pubblicato sulla rivista scientifica Nature sembra porre fine a una serie di aspre polemiche scientifiche innescate ancora nel 1999 da una pubblicazione di un gruppo misto italo-canadese. "Siamo molto felici della pubblicazione di questo bellissimo articolo — dice il professor Angelo Vescovi, del San Raffaele e della Università Bicocca di Milano — poichè dimostra quello che sosteniamo da tempo, e cioè che le cellule staminali del cervello possono produrre anche cellule di altri tessuti. Forse ci sono voluti tutti questi anni per confermare questo fenomeno perchè, giustamente, alla scienza serve sempre molto tempo per abbattere i dogmi".
Tutto ruota intorno alle cellule staminali adulte e alla loro capacità di differenziarsi in tessuti diversi da quelli per cui sono programmate. Lo studio pubblicato su Nature e realizzato da Fred Gage al laboratorio di genetica del Salk Institute in California dimostra che le cellule staminali neurali possono dare origine a cellule dell'endotelio, il tessuto di rivestimento dei vasi sanguigni.
Cinque anni fa il gruppo diretto da Vescovi pubblicò su Science un articolo che dimostrava che le stesse cellule di cui parla oggi Gage potevano produrre globuli rossi e, successivamente, tessuto muscolare, evidenziando la loro inattesa plasticità.
L'articolo di Nature conferma che la fusione cellulare non è la sola responsabile della differenziazione delle staminali neuronali adulte in cellule di altri tessuti, anche considerando che la fusione è un fenomeno estremamente raro. "Le staminali adulte possono quindi realmente produrre tessuti diversi da quelli per cui sono geneticamente programmate — spiega lo scienziato italiano —. Questo dimostra che nei tessuti adulti c'è una potenzialità rigenerativa più alta di quanto si pensasse fino a pochi anni fa".
Sparizione di materiale delicato e incidenti all'origine della decisione presa dal direttore Pete Nanos.
I paesi aderenti al programma hanno deciso di continuare nella costruzione dell'Iss e di potenziarne l'equipaggio nei prossimi anni.
Promess1 permetterà di ricostruire la storia climatica del bacino del Mediterraneo negli ultimi 500 mila anni.
L'Agenzia spaziale europea sta preparando il primo WaveAtlas grazie a due anni di dati da satellite. L'obiettivo è quello di ridurre gli affondamenti causati da questo impressionante fenomeno naturale.
Attraverso l'osservazione di oltre 3000 quasar, un gruppo di scienziati ha misurato con grande precisione alcune immense e lontanissime nubi di idrogeno. L'aggregazione dell'idrogeno può rispondere a questioni quali la massa dei neutrini e l'energia oscura dell'Universo.
La Tan Ce 2 parte alla volta della magnetosfera terrestre per scoprire i misteri legati alle tempeste magnetiche. È la seconda navetta del programma spaziale congiunto Cina-Europa.
L'epica corsa del guerriero ateniese Filippide per annunciare la vittoria sui persiani sarebbe avvenuta un mese prima del previsto. Lo dimostra l'analisi delle fasi lunari.
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La FAO ha inaugurato il 'Network della Palma da Dattero' per promuovere ricerca e sviluppo di una produzione importante per le popolazioni di Asia sud occidentale e Nord Africa e che oggi sta attraversando gravi problemi.
La poggia nel deserto potrebbe non essere più un miraggio, ma il risultato di oasi artificiali in grado di creare nubi cariche di vapor d'acqueo.
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Tra luglio e settembre, il nel capoluogo emiliano è in programma "Stelle d'estate a Bologna": un ampio programma di eventi per chiunque desideri osservare il cielo stellato e apprendere i segreti dell'astronomia.
La scoperta potrebbe rivoluzionare le teorie sullo sviluppo dell'Universo.