Un ominide dalla testa piccola ritrovato in Africa sembra confermare la teoria secondo cui l'Homo erectus fosse un'unica specie a cui appartenevano diverse sottospecie.
Un cranio di 930 mila anni fa ha riacceso il dibattito su che cosa sia stato effettivamente l'Homo erectus, uno degli antichi progenitori dell'uomo moderno, vissuto tra i due milioni e i 500 mila anni fa. Il cranio infatti è molto inusuale e per le sue caratteristiche sembra essere completamente diverso da quelli trovati fino a oggi, tanto da far ritenere ai ricercatori che l'Homo erectus fosse una specie polimorfica, cioè composta da più tipi di ominidi molto diversi gli uni dagli altri che però vivevano assieme.
In un articolo pubblicato sulla rivista Science, gli scienziati del National Museum of Natural History dello Smithsonian Institution di Washington guidati da Richard Potts spiegano di aver scoperto i resti nel ricco sito archeologico di Olorgesailie in Kenya, dove sono venute alla luce anche molte asce. Il cranio è simile a quello dei tipici Homo erectus, ma presenta anche alcune caratteristiche particolari, tra cui spicca soprattutto una e cioè il fatto che sia piuttosto piccolo pur appartenendo a un adulto.
"Tutti i fossili di questa specie trovati in Europa, Asia e Africa, mostrano una tale variazione da far pensare a molti scienziati che l'Homo erectus sia un insieme di specie diverse. Secondo noi, invece, è più probabile che si tratti di un'unica specie divisa in più sottotipi", scrivono i ricercatori.
E questi vari sottotipi vivevano mescolati gli uni con gli altri, almeno da quanto emerge dagli scavi africani. Infatti, la scoperta di numerose asce risalenti alla stessa epoca fa avanzare l'ipotesi che nel sito keniota vivesse una popolazione mista. Alcuni erano del tipo "piccolo", a cui apparteneva il proprietario del cranio scoperto da Potts, gli altri invece erano probabilmente più grandi ed erano anche i costruttori delle asce. Queste ultime infatti sono piuttosto grosse e la loro fabbricazione era probabilmente compito degli individui più robusti.
Anche altre scoperte similari e precedenti a questa effettuate in Europa e Asia sostengono l'ipotesi avanzata da Potts. Ma fino a oggi mancava un anello alla catena, e cioè l'Homo erectus africano. Infatti, pur essendo la culla dell'umanità, il Continente Nero fino a oggi è stato piuttosto avaro di fossili di questi nostri lontani cugini. Almeno fino a quando non è venuto alla luce il piccolo ominide di 930 mila anni fa.
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