La sfida di Greepeace alle multinazionali dell'Information Technology
Il 2009 sarà un anno fondamentale per le politiche sul clima.
A dicembre i leader europei si riuniranno a Copenhagen per stabilire le fasi successive del Protocollo di Kyoto e il settore dell'Information and Communication Tecnology è un settore chiave per la riduzione delle emissioni di gas serra.
Queste le motivazioni che hanno spinto Greenpeace a lanciare una sfida al settore dell'Information Technology: una gara a chi sarà più verde dal titolo Chi è leader del clima?.
"L'IT deve offrire soluzioni concrete alla minaccia del riscaldamento globale e trasformare un problema - ridurre le emissioni di gas serra - in opportunità di business e di nuova occupazione." dichiara l'associazione non violenta. L'appello è rivolto direttamente ai dirigenti delle aziende IT più note: Cisco, Dell, Fujitsu, Google, HP, IBM, Intel, Microsoft, Nokia, Panasonic, Sharp, Sony, Sun Microsystems, Toshiba, Fujitsu, Nokia, Microsoft e Sharp.
L'invito è a dimostrare pubblicamente il loro supporto per un accordo forte su Kyoto, ridurre del 20% entro il 2012 le emissioni di CO2 della propria azienda e garantire un aumento di circa il 25% nell'utilizzo di energia rinnovabile nella propria azienda.
"Sono numerose e potenti le lobby dei gruppi industriali impegnati contro il raggiungimento di una normativa globale - spiega Greenpeace - Per questo le aziende devono assolutamente vincere questa sfida."
Da anni Greenpeace fa pressione sulle aziende hi-tech per rendere le
loro produzioni più sostenibili e proprio alla fine di febbraio ha raggiunto un obiettivo importante: dopo azioni in tutto il mondo e la raccolta
di 47.000 firme, la Philips si è impegnata a offrire ai propri
clienti servizi di ritiro e riciclo dei propri prodotti a fine
vita. Non è poco, visto che la scarsa attenzione mostrata da molte aziende elettroniche per la gestione dei loro prodotti a fine vita è una delle cause principali dell'esportazione di rifiuti pericolosi dall'Europa ai Paesi in via di
sviluppo.
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