In “Fino alla fine del mondo”, il film di Wim Wenders, verso la fine della pellicola i protagonisti, grazie a un futuristico dispositivo, sviluppano una vera e propria dipendenza dal rivedere i propri sogni. A quanto pare, come spesso succede nel mondo della finzione letteraria e cinematografica, Wenders è stato profetico: oggi un gruppo di ricercatori giapponesi può ricostruire l'immagine che un soggetto guarda solo osservando l'attività del suo cervello.

Yukiyasu Kamitani degli ATR Computational Neuroscience Laboratories di Kyoto, in Giappone, solo basandosi sulla risonanza magnetica è riuscito a ottenere un'immagine in bianco e nero di quello che il soggetto stava osservando.

Questi risultati rappresentano un  importante passo in avanti nella “lettura del pensiero”, in quanto tutti gli studi precedenti si sono limitati a intuire il pensiero scegliendo fra una rosa di possibilità. Lo studio di Kamitani dimostra che è possibile invece leggerlo in maniera diretta.

Il procedimento è ancora piuttosto rudimentale: i soggetti dovevano osservare una selezione di immagini molto semplici, fatte da una matrice 10X10 di quadrati bianchi e neri, mentre erano sottoposti a una risonanza magnetica. Un software poi doveva riconoscere l'attività cerebrale legata al colore di ciascun “pixel”. Quando nuove immagini venivano mostrate al soggetto, il software era in grado di ricostruire l'assetto dei quadratini colorati e restituire l'immagine che l'individuo stava osservando.

Per ora la risoluzione, spaziale e cromatica, delle immagini è molto rozza, ma Kamitani è sicuro che in breve tempo si potranno ottenere immagini molto più dettagliate. Quello che lo scienziato vorrebbe presto ottenere invece è la possibilità di registrare il pensiero e non soltano le immagini che una persona sta osservando in quel momento. In questo modo proprio come nel film sarebbe possibile avere una materializzazione dei sogni.

Wenders nel film usava l'espediente della materializzazione dei sogni con cinismo: una società che trae piacere dal riguardare all'infinito i propri pensieri divenuti realtà è una società ripiegata su se stessa, incapace di aprirsi al nuovo e all'altro. Più concretamente, anche Kamitani solleva un monito sui possibili usi negativi di questo strumento: “Se la qualità delle immagini migliorerà, questa tecnologia potrebbe avere un serio impatto sulla nostra privacy e su altre questioni. Non dovrebbe essere possibile farne uso per scopi commerciali.”