La Terra è cinque millimetri più stretta. Lo rivelano nuove e più accurate misurazioni condotte da un progetto internazionale con sede a Bonn.
Il nostro pianeta è più piccolo di quanto pensassimo. Di ben cinque millimetri. Questa è la conclusione tratta da un progetto internazionale finalizzato a misurare il diametro terrestre a sette anni dall’ultimo tentativo.
La Terra, comunque, non si è ristretta. Grazie a misurazioni più accurate, a maggiori dati e a modelli geologici più moderni, la fisionomia del nostro pianeta è soltanto più precisa.
Questa riduzione non ha influenza sulla vita di tutti giorni. Per esempio, non accorcerà i vostri viaggi di lavoro. “Eppure è fondamentale sotto altri aspetti – rivela Axel Nothnagel, geologo dell’Università di Bonn che ha condotto parte del progetto – perché ci aiuta a monitorare meglio l’aumento del livello del mare”.
“I satelliti che misurano le maree, infatti, devono essere precisi al millimetro – aggiunge – e poi se le stazioni a terra che seguono i satelliti non sono perfette, anche questi non possono esserlo”.
Per gli scienziati, quindi, il nuovo diametro della Terra ammonta a 12.756, 274 chilometri.
La nuova misura è stata ottenuta dopo due anni combinando i dati forniti da tre differenti tecniche. Il primo metodo è conosciuto come Very Long Baseline Interferometry che sfrutta le onde radio provenienti da distanti sorgenti astronomiche come le quasar.
“Una rete globale di oltre settanta radiotelescopi cattura queste onde – spiega Nothnagel – ma siccome le varie stazioni sono lontane l’una dall’altra, i segnali sono ricevuti in tempi leggermente diversi. Da queste differenze possiamo calcolare la distanza fra due stazioni con l’approssimazione di due millimetri ogni mille chilometri”.
Il secondo metodo è chiamato Satellite Laser Ranging e utilizza i raggi laser per calcolare la distanza fra Terra e i satelliti in orbita. Il terzo e ultimo metodo misura la distanza fra la Terra e i satelliti GPS e Doris.
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