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- 20% di emissioni per l'Unione Europea

I ministri europei dell'ambiente hanno deciso di tagliare, entro il 2020, le emissioni di gas serra del 20% rispetto alle misure del 1990. I ministri, che si sono incontrati il 20 febbraio al primo meeting del Consiglio sull'Ambiente della Commissione Europea, hanno deciso di adottare criteri obbligatori per ridurre l'inquinamento

L'effetto serra

La decisione non è ancora definitiva in quanto “c'è bisogno dell'approvazione dei governi dei singoli membri dell'Unione Europea”. Ciononostante, questa risoluzione riflette la determinazione della Commissione Europea nello spingere per un accordo internazionale che rimpiazzi il protocollo di Kyoto, che scadrà nel 2012. È chiara inoltre la coscienza di dover adottare, in questo trattato post-kyoto, criteri obbligatori che costringano le nazioni a limitare le emissioni.

Il ministro dell'ambiente tedesco, Sigmar Gabriel, dice che la percentuale del taglio potrebbe essere ulteriormente alzata al 30%, se altre nazioni con economie sviluppate saranno persuase a entrare negli accordi.

I 15 stati originari dell'Unione Europea avevano già precedentemente stabilito, attraverso il protocollo di Kyoto, di ridurre, entro il 2012, le emissioni dell'8% rispetto ai livelli del 1990. Questa percentuale è stata suddivisa in maniera non omogenea fra i 15 stati, in base a una serie di fattori, secondo quello che viene chiamato il “burden sharing agreement”.

È ben noto che gli Stati Uniti e l'Australia, fra le altre nazioni, hanno rifiutato di firmare il protocollo di Kyoto, sostenendo che un simile provvedimento avrebbe danneggiato le loro economie. Il cambiamento del clima politico statunitense fa però presagire che il più grande produttore mondiale di gas serra potrebbe lentamente cambiare il suo atteggiamento nei confronti delle negoziazioni internazionali sul clima.

Gabriel dice anche che la Commissione Europea deve ancora trovare un accordo su come la riduzione complessiva debba essere suddivisa fra gli stati. Aggiunge anche che la Commissione Europea potrebbe prendere in considerazione il fatto di permettere ai nuovi membri dell'Europa dell'est di avere tagli inferiori, posticipando la soglia del 20% a un periodo successivo.

L'adozione di questa nuova proposta sulle emissioni da parte della Commissione Europea non è stata immediata. Fonti ufficiali affermano che l'Ungheria e la Polonia, che sono entrambe entrate a far parte dell'Unione Europea nel 2004, si sono opposte all'obbligatorietà della percentuale del 20%.

“Bisogna costringerli a ricordare che fanno parte dell'Unione Europea e che devono anche accettare la nostra tradizionale lotta contro i cambiamenti climatici,” ha detto alla fine della discussione il ministro italiano dell'ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.

Anche la Finlandia si è opposta a un criterio europeo unilaterale. Dalla parte opposta invece, la Svezia e la Danimarca ritengono che l'Unione Europea dovrebbe attenersi al 30% di riduzione fin dall'inizio.

L'impegno della Commissione Europea è stato immediatamente accolto in maniera favorevole dagli ambientalisti, anche se qualcuno ha sottolineato la necessità di misure più severe. Keith Allott del WWF ha invitato la Commissione Europea a fare un ulteriore passo in avanti e “a mettere subito in opera misure che portino al 30% i tagli nelle emissioni e che coinvolgano in accordi concreti altre nazioni come gli Stati Uniti, la Cina e l'India”.

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