Scienziati americani sono riusciti a trasformare molecole di benzene in microscopici transistor per nanocomputer
Ricercatori dell'Università dell'Arizona coordinati da Charles A. Stafford sono riusciti a trasformare molecole organiche come il benzene in microscopici transistor da utilizzare in futuri computer di dimensioni ridottissime. La ricerca sarà pubblicata sul numero di novembre della rivista “Nano Letters”.
La molecola di benzene ha la forma di un anello ed è stata utilizzata come un circuito elettrico qualsiasi sfruttando le leggi della meccanica quantistica, che regola i fenomeni fisici nelle dimensioni infinitesimali. Il comportamento da transistor (che è che una specie di interruttore di corrente) è stato ottenuto sdoppiando la corrente elettrica che circola all'interno della molecola e regolando la successiva interazione fra le due correnti create. A differenza della fisica classica, in meccanica quantistica infatti le correnti elettriche non sommano semplicemente i loro effetti, ma sono come onde elettroniche che possono interferire fra loro fino ad annullarsi reciprocamente.
Attraverso un terzo filo, i ricercatori sono riusciti ad agire su alcune caratteristiche di queste onde elettroniche facendole una volta interferire distruttivamente (fase OFF del transistor, nessun passaggio di corrente) e una volta costruttivamente (fase ON del transistor, con passaggio di corrente). In questo modo si sono ottenuti dei transistor di dimensioni ben al di sotto del limite teorico di 25 nanometri (un nanometro equivale a un miliardesimo di metro) fissato dalle odierne conoscenze tecnologiche. Questo consentirà in futuro di produrre computer piccolissimi.
Questi nanocomputer potranno fornire prestazioni superiori a quelle attuali, come, ad esempio, simulazioni estremamente realistiche da impiegare nei modelli di esplosione di supernova oppure nel campo dell'animazione cinematografica. Ma è in medicina che i nanocomputer avrebbero il maggior impatto, viaggiando nei capillari e nelle arterie di un essere umano per riparare eventuali danni. Per realizzare l'idea dei ricercatori, l'azienda Semiconductor Research Corp. prevede di impiegare circa una dozzina d'anni.
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