Nuovi limiti che riducono ulteriormente le emissioni di anidride carbonica permesse sono stati stabiliti il 29 novembre dalla Commissione Europea: un chiaro segno che l’Europa intende impegnarsi per soddisfare i criteri del Protocollo di Kyoto
Mercoledì scorso la Commissione Europea ha stabilito un nuovo tetto per le emissioni di anidride carbonica per dieci paesi membri. Questa mossa dimostra che l’Europa ha deciso di fare dei passi avanti significativi per soddisfare i criteri del Protocollo di Kyoto.
I nuovi limiti stabiliscono la quantità di anidride carbonica che i dieci paesi sono autorizzati a emettere nel corso della seconda fase della borsa europea delle emissioni, compresa tra il 2008 e il 2012. Secondo gli esperti i nuovi limiti sono più rigidi di quelli della prima fase, compresa tra il 2005 e il 2008.
In complesso, la Commissione Europea applica una riduzione di quasi il 7% rispetto ai livelli richiesti dai governi nazionali, che corrisponde anche una riduzione del 7% rispetto alle emissioni registrate effettivamente del 2005.
La borsa europea delle emissioni è considerata la componente chiave del successo del Protocollo di Kyoto. La seconda fase sarà cruciale, perché nel periodo tra il 2008 e il 2012 i paesi che hanno ratificato il Protocollo devono raggiungere gli obiettivi stabiliti per le emissioni. Tuttavia, la borsa delle emissioni riguarda solo le emissioni industriali, mentre il Protocollo le considera tutte, incluse quelle dei trasporti e casalinghe.
Ogni governo nazionale suddividerà le proprie quote di emissione permesse tra le industrie del proprio paese. Ogni stabilimento industriale che desidera emettere una quantità superiore a quella assegnata può acquistare delle quote di emissione da altri stabilimenti di paesi europei aderenti al piano.
A maggio 2006 il prezzo delle quote di emissione è precipitato dopo la rivelazione che la maggior parte dei paesi avevano emesso quantità inferiori a quanto permesso. La Commissione Europea è stata criticata per avere accettato degli obiettivi di emissione troppo generosi da parte dei governi nazionali.
“L’annuncio di oggi rappresenta un insieme di decisioni molto forti,” dice Michael Grubb del Carbon Trust (UK), una società finanziata dal governo britannico che ha lo scopo di aiutare le industrie a ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Anche il WWF ha apprezzato la Commisssione Europea per aver posto un freno ai deboli progetti di riduzione proposti dai singoli paesi. “Oggi, la Commissione Europea ha dato un chiaro messaggio agli stati membri avvertendo che non la passeranno liscia coloro che vogliono limitarsi a deboli tagli delle emissioni delle industrie pesanti,” dice Keith Allott, il responsabile del settore cambiamenti climatici.
Grubb ha accolto con favore che la Commissione Europea non abbia optato per “una soluzione morbida cercando di tagliare tutti della stessa quantità”, ma piuttosto di intervenire sui piani di tagli dove ci siano delle reali motivazioni per farlo. In particolare la Commissione Europea ha rifiutato la richiesta della Germania di non applicare le restrizioni ai nuovi impianti industriali. “Nel nostro studio, pubblicato qualche settimana fa, si dice che questo avrebbe sottratto alle restrizioni anche le nuove centrali a carbone,” dice Grubb.
La Commissione Europea intende regolare entro il 2006 anche le emissioni di anidride carbonica degli altri 15 stati membri. Sei di questi non hanno ancora mandato i loro progetti, la cui scadenza era lo scorso luglio.
Catherine Brahic
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