Questa dimensione nascosta potrebbe essere all'origine di migliaia di piccoli buchi neri.
Una teoria che sostiene di poter unificare le leggi della fisica attraverso l'esistenza di una quarta dimensione spaziale sarà messa alla prova da un satellite il cui lancio è previsto per il 2007. La teoria suggerisce che questa "dimensione nascosta" dia origine a migliaia di mini buchi neri all'interno del Sistema solare. Secondo le ipotesi più accreditate questi mini buchi neri sono sorti entro 1 secondo dal big bang e la teoria della relatività generale afferma anche che sono letteralmente "evaporati" attraverso un processo quantico chiamato radiazione di Hawking.
L'esistenza di una quarta dimensione spaziale cambierebbe il tasso di radiazione dei buchi neri e quindi renderebbe possibile la loro esistenza all'interno del Sistema solare. Almeno questo è quello che pensano Charles Keeton, della Rutgers University del New Jersey e Arlie Petters della Duke University nel North Carolina.
I due ricercatori hanno calcolato che questi mini buchi neri conterrebbero soltanto la massa di un piccolo asteroide. Ammettendo che questi oggetti rappresentino solo l'1% della materia oscura (quella materia che può essere individuata soltanto attraverso i suoi effetti gravitazionali su altri oggetti), i ricercatori hanno calcolato che dovrebbero essercene diverse migliaia all'interno del Sistema solare. E il più vicino sarebbe ben al di dentro dell'orbita di Plutone.
Per individuarli bisognerebbe ricorrere ai lampi di raggi gamma, cioè potenti esplosioni cosmiche che passando nei pressi dei buchi neri potrebbero dar vita a segnali di interferenza individuabili dal nuovo satellite della NASA Gamma Ray Large Area Space Telescope (GLAST), il cui lancio è previsto per l'agosto del 2007. "Se il segnale venisse raccolto e un mini buco nero individuato, bisognerebbe rivedere la teoria della relatività generale", scrivono i due ricercatori sulla rivista "Physical Review D".
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