Secondo esperti americani saranno possibili in un prossimo futuro, grazie ai progressi delle tecnologie di analisi dei dati.
I progressi nelle tecnologie satellitari e nell'elaborazione dei dati raccolti dallo spazio potrebbero offrire la possibilità di realizzare previsioni sul rischio di frane e inondazioni. Lo hanno sostenuto nel corso del meeting della American Geophysical Union in corso a Baltimora alcuni scienziati della NASA. I satelliti possono fornire previsioni e avvertimenti in due modi.
Il primo è quello sfruttato da Robert Brakenridge del Dartmouth Flood Observatory del Dartmouth College nel Massachusetts. Brakenridge usa strumenti satellitari disegnati per monitorare il livello di umidità nel suolo e vapor acqueo nell'atmosfera per valutare i livelli di acqua nei fiumi e quindi il rischio di inondazione. Al momento, l'esperto può valutare i livelli di acqua in 53 fiumi di tutto il mondo ma l'analisi potrebbe essere facilmente estesa a centinaia di altri corsi d'acqua.
Kwabena Asante, della Geological Survey americana di Sioux Falls nel South Dakota punta invece a una tecnica diversa. Usando i dati raccolti tramite i satelliti relativi alle precipitazioni, vuole prevedere eventuali inondazioni. Combinando infatti questi dati con quelli relativi alla topografia, alla vegetazione e all'umidità del suolo sarebbe possibile calcolare quanta pioggia finisce per alimentare il flusso dei corsi d'acqua. Inoltre, questi dati potrebbero servire anche a prevedere movimenti franosi, creando mappe dell'intero pianeta con le zone dove maggiore è il rischio di frana. Se su una zona ad alto rischio, si abbattono violente precipitazioni, allora le frane sarebbero altamente probabili.
I sistemi sono comunque ancora in corso di sviluppo e il processo di validazione delle previsioni e degli allarmi potrebbe essere lungo. Gli esperti infatti pensano che le tecnologie usate siano ancora imperfette e che il sistema sia quindi ancora troppo inaffidabile.
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