Le stime dell'IPCC vanno riviste verso l'alto dicono ricercatori europei ed americani.
Le temperature globali aumenteranno in futuro più di quanto studi precedenti abbiano indicato. Lo dice uno studio condotto da due gruppi di ricercatori che hanno usato dati delle serie storiche di temperature per stimare l'aumento della temperatura causato dalle emissioni di gas serra.
Entrambi i gruppi, i cui risultati saranno pubblicati sulla rivista "Geophysical Research Letters", hanno concluso che le correnti stime sul riscaldamento sono troppo basse di circa il 75%. Questi risultati, che mettono in dubbio il consenso raggiunto dai ricercatori dell'IPCC (il gruppo internazionale di scienziati che studia i cambiamenti climatici) sul riscaldamento previsto per la fine del secolo (compreso tra 1,5 e 4,5 gradi centigradi), si basano sul fatto che ai tradizionali parametri presi in considerazione dall'IPCC si aggiunge anche il rilascio di anidride carbonica da parte degli ecosistemi.
Per calcolare questa aggiunta in più, i gruppi di ricerca hanno studiato quanto accaduto nel passato geologico della Terra sulla base dell'ipotesi che man mano che il riscaldamento aumenta, allora gli ecosistemi iniziano a rilasciare l'anidride carbonica immagazzinata.
Dal momento che la Terra si sta scaldando nuovamente, i ricercatori temono che il processo tenda a ripetersi. I due gruppi, uno americano coordinato da John Harte della Università della California, Berkeley, e uno europeo, hanno esaminato rispettivamente 400 000 anni di dati ricavati dal ghiaccio antartico e i dati della piccola età glaciale, un'epoca a cavallo dell'ultimo millennio, nel corso della quale l'emisfero settentrionale ha sperimentato temperature più rigide della media. Il gruppo europeo ha calcolato che la crescita delle temperature in futuro è stata sottostimata di una percentuale che oscilla tra il 15% e il 78%.
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