La durata delle pareti interne dei tokamak migliora grazie a una scoperta che riduce l'erosione delle pareti del reattore.
Un passo in avanti nella costruzione di un reattore a fusione nucleare è stato compiuto da un gruppo di ricercatori coordinati da Todd Evans della General Atomics che hanno pubblicato un articolo sulla rivista "Nature Physics" (pubblicato on line il 21 maggio). Nell'articolo i ricercatori spiegano di essere riusciti a ridurre l'erosione del metallo che costituisce le pareti del reattore, cosa che potrebbe risultare cruciale per migliorarne l'efficienza.
Nei reattori a fusione, gli atomi vengono scagliati l'uno contro l'altro affinché si fondano rilasciando energia fino a formare un plasma contenuto all'interno di una camera a forma di ciambella chiamata tokamak da potenti campi magnetici. Il problema è che spesso si verificano dei flussi improvvisi di plasma che possono erodere le parenti interne della camera del reattore.
Queste pareti sono costituite da una "pelle" di metallo particolarmente costosa perché disegnata apposta per assorbire i neutroni emessi dal plasma. A causa dell'erosione, queste pareti devono essere sostituite spesso, cosa che aumenterebbe i costi di esercizio di un ipotetico reattore commerciale. Inoltre le particelle strappate dal metallo hanno anche un impatto sul plasma, diminuendo la quantità di energia che può sviluppare.
I ricercatori hanno scoperto che un piccolo campo magnetico risonante prodotto da speciali bobine all'interno del reattore, causano un'interferenza magnetica caotica sull'orlo esterno del plasma, impedendo la formazione di questi flussi improvvisi. Ovviamente rimangono altri problemi tecnici nella realizzazione di un reattore a fusione commerciale. E questi saranno studiati dagli esperti coinvolti nel progetto internazionale ITER. Uno di questi è la sfida di creare un plasma in grado di autosostenersi. Nei tokamak esistenti, non si è mai riusciti a realizzare una fusione in grado di autosostenersi nemmeno per più di cinque secondi. Un altro è realizzare un metodo per realizzare un efficiente sistema di contenimento del plasma stesso per evitare che ci siano fughe di particelle dal reattore.
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