I ricercatori che ogni giorno sono alle prese con le tecniche più sofisticate di ingegneria genetica hanno bisogno di regole stringenti che impediscano loro di correre in abusi. Uno di quelli più paventati è l'eventualità di riuscire a creare nuove forme di vita che possano uscire dai laboratori. Per questo un gruppo composto da scienziati bioeticisti, sindacalisti e rappresentanti del mondo ambientalista hanno deciso di incontrarsi presso la prestigiosa Università californiana di Berkeley per decidere una serie di regole da far osservare nei laboratori. Le preoccupazioni principali vanno verso quella che viene definita la "biologia sintetica" che negli ultimi anni ha visto la creazione del virus della poliomielite dal nulla e la resuscitazione del virus dell'influenza "spagnola", una malattia che nel 1918 ha ucciso 40 milioni di individui.

I critici sostengono che questo tipo di sperimentazioni su virus e batteri non sia sottoposta a regole severe e a lungo andare possa portare alla creazione di nuovi organismi pericolosi per la salute delle persone o offrire dei validi strumenti ai terroristi. L'obiettivo del meeting californiano è quello di arrivare alla definizione di una autoregolamentazione ma in una lettera sottoscritta da almeno 35 associazioni ambientaliste tra cui Greenpeace, Friends of the Earth, Soil Association e Genewatch, questo proposito è stato criticato ampiamente e i ricercatori sono stati accusati di non riuscire a comprendere tutte le eventuali implicazioni legate al loro lavoro.

Molti che si occupano di questo settore giustificano il loro lavoro sostenendo che è un modo per scoprire i meccanismi con i quali si esprimono questi temibili agenti patogeni, ottenendo informazioni cruciali per la messa a punto di nuove terapie. Per esempio nel caso della spagnola l'obiettivo dei ricercatori era quello di capire per quale ragione quel virus fosse stato così pericoloso.

Nella lettera aperta indirizzata al meeting in corso a San Francisco le organizzazioni ambientaliste chiedono agli scienziati di recedere dal loro tentativo di autoregolamentazione perché – sostengono – questo andrebbe a sostituire la possibilità che vengano stilate leggi vere e proprie per normare la questione tanto delicata. Gli scienziati, da parte loro, hanno apprezzato l'appello di apertura lanciato dagli ambientalisti e si sono dichiarati disponibili a sottostare a norme specifiche, qualora fosse necessario. Jay Keasling, della Università della California, uno dei firmatari del Synthetic Biology 2.0 conference, ha detto: "È necessario un coinvolgimento completo di tutti i soggetti interessati per far comprendere che quello che facciamo è sicuro e responsabile".