È una vera e propria invasione dell’Antartide quella di specie provenienti da altri paesi, e ormai se ne contano più di 200. L'allarme è stato lanciato dall'Antarctic Treaty Consultative Meeting (ATCM), un'organizzazione che conta 45 paesi (tra cui l'Italia) e che si occupa della salvaguardia dell'ambiente dell'estremo Sud.

A portare le nuove specie, oltre ad alcuni esperimenti tentati volontariamente dall'uomo, sono prevalentemente le navi di turisti, che scaricano acqua proveniente da altri oceani in quello antartico. Fra gli organismi intrusi anche un granchio tipico del Nord Atlantico, vari invertebrati e alghe. I risultati degli esperimenti di impianto di nuove specie poi sono stati disastrosi. L'ecosistema delle isole intorno all'Antartide è stato distrutto da topi e gatti che hanno scacciato le colonie di uccelli marini, o da conigli e renne che hanno definitivamente eliminato la flora locale. Anche il riscaldamento globale, che rende più facile per le specie non native proliferare, sta contribuendo al fenomeno, insieme con l'aumento del turismo.

I delegati dell'ATCM hanno stilato un documento in cui si dichiara che la salvaguardia delle specie native ha la priorità più alta, chiedendo all'ONU di adottare delle linee guida che impediscano alle navi di scaricare acque di altri oceani in quello Antartico. I gruppi ambientalisti hanno rincarato la dose, chiedendo anche che il flusso di turisti venga limitato. Negli ultimi 5 anni si è passati in Antartide da 15.000 a 31.000 visitatori, e le previsioni sono che si arrivi a 100.000 entro i prossimi dieci anni. Qualche compagnia cerca di assicurarsi che le scarpe e i vestiti dei visitatori siano puliti prima di scendere dalle navi, ma prevenire l'ingresso di semi e microrganismi sembra impossibile.