Forse scoperta la causa scatenante della più grande estinzione nella storia della Terra.
La più grande estinzione della storia potrebbe avere finalmente una causa scatenante. Un gruppo di ricercatori americani ha scoperto nell'Antartico orientale le prime prove dell'esistenza di un cratere con un diametro di circa 480 chilometri causato da un meteorite. I primi dati sembrano indicare che il cratere risale a circa 250 milioni di anni fa, al tempo cioè dell'estinzione del Permiano-Triassico che in pratica cancellò tutta la vita sulla Terra.
Inoltre, sia le sue dimensioni che il sito dove è stato trovato (che comprende quella parte di continente antartico immediatamente a sud dell'Australia) indicano che il meteorite potrebbe anche aver causato la rottura del Gondwana, l'antico supercontinente meridionale, creando quella faglia tettonica che poi ha spinto l'Australia verso nord.
L'estinzione del Permiano-Triassico spianò la strada all'ascesa dei dinosauri, che poi sarebbero stati annientati da un altro impatto asteroidale, quello avvenuto 65 milioni di anni fa nello Yucatan. Impatto però che fu molto meno forte di quello del Permiano, visto che il meteorite di Chicxulub probabilmente non fu più grande di 9 chilometri contro i 45 di quello caduto nella Terra di Wilkes nell'Antartico.
"Questo impatto - dice Ralph von Frese un esperto di geologia dell'Università statale dell'Ohio che ha scoperto il cratere - è stato molto più grande di quello che ha distrutto i dinosauri". I dati della scoperta sono stati presentati al convegno di Baltimora della American Geophysical Union. La datazione del cratere è avvenuta sulla base di dati satellitari sulle fluttuazioni di gravità del suolo sotto la superficie ghiacciata. I dati hanno permesso di trovare la presenza di una concentrazione di materiale proveniente dal mantello profonda circa 300 chilometri che è salita fino al livello della crosta. Questi fenomeni geologici (chiamati mascon) sono l'equivalente planetario dei bernoccoli e si formano quando grandi oggetti impattano sulla superficie di un corpo celeste. O almeno è questa l'interpretazione che ne danno i geologi dell'Ohio dopo aver studiato a lungo i crateri lunari, al di sotto dei quali si trovano spesso queste formazioni geologiche.
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