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Una balena mangia squali

Fossile di 25 milioni di anni dimostra che i grandi cetacei non sono sempre stati pacifici mangiatori di plancton

Una balena mangia squali

Un fossile scoperto nel 1990 in Australia sud-orientale e conservato nel Museum Victoria a Melbourne è una forma ancestrale di balena. L’animale, risalente a circa 25 milioni di anni fa, era il cugino delle attuali balenottere azzurre e delle megattere. Sebbene più piccola di queste possedeva le caratteristiche di un vero killer degli oceani. Occhi e denti enormi la rendevano un pericoloso predatore in grado di cacciare perfino gli squali.

Il fossile (battezzato Janjucetus hunderi) presenta notevoli differenze rispetto alle balenottere azzurre e megattere, che non hanno denti e si nutrono di krill e plancton. “Sembra una balena proveniente da un altro mondo: una creatura terrificante — afferma Erich Fitzgerald della Monash University di Clayton in Australia, autore della ricerca pubblicata sulla rivista “Proceedings of the Royal Society B” — e nell'aspetto e nello stile di vita si avvicinava molto alla moderna foca leopardo (Hydrurga leptonyx)”.

Dalle dimensioni del teschio del reperto, che è lungo 50 centimetri, si può ricostruire che la balena aveva le dimensioni di un moderno delfino. Il muso è allungato e diverso da quello delle balene moderne, che invece hanno sviluppato una superficie facciale maggiore per aumentare l'ampiezza della loro bocca. Le orbite degli occhi sono molto grandi in proporzione alla stazza corporea e questo particolare rappresenta un ulteriore indizio della sua indole predatoria: gli occhi sono sviluppati soprattutto nei predatori che necessitano di seguire attentamente i movimenti della preda. Ma che fosse uno spietato predatore viene soprattutto confermato dalla dimensione dei suoi denti. “Era abituato a cacciare grandi pesci. Probabilmente anche squali”, ipotizza Fitzgerald.

Tuttavia, assieme a tutte queste differenze il Janjucetus hunderi presenta delle caratteristiche anatomiche, in particolare riferite alla forma della scatola cranica, molto simili a quelle delle comuni balene che ne evidenziano la parentela.

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