L'ipotesi emerge dalla datazione di alcuni resti trovati nella Repubblica Ceca: sono le ossa di sapiens più vecchie d'Europa.
Una ricerca appena pubblicata sulla rivista Nature sembra dimostrare un'ipotesi avanzata molte volte, ma mai provata con sufficiente evidenza: la mescolanza razziale tra i sapiens e i neandertal. La ricerca è stata condotta da Maria Teschler-Nicola, un'antropologa del museo di Storia naturale di Vienna, e dalla sua collega Eva Maria Wild che è invece un fisico dell'università della capitale austriaca.
Le due ricercatri hanno esaminato i resti, in particolare i crani, rinvenuti nel sito di Mladec, nella Repubblica Ceca, un secolo fa. E li hanno datati con il carbonio 14, stabilendo un'età di 31 mila anni. La datazione è stata possibile esaminando il collagene delle radici dei denti, meglio conservato dello smalto della corona dentaria. Fino a oggi i tentativi di datare le ossa di Mladec con il carbonio 14 erano falliti proprio per il cattivo stato di conservazione delle ossa.
Il fatto che le ossa risalgano a 31 mila anni fa aprirebbe interessanti prospettive. Anzitutto, si tratterebbe dei più antichi resti di esseri umani moderni (cioè Sapiens) scoperti nel Vecchio continente. Inoltre, farebbero supporre che l'Europa centrale fosse abitata dai sapiens anche nel periodo di transizione, quando cioè la dominazione dei neandertal sull'Europa iniziava a scomparire.
Cosa ancor più interessante, alcuni resti trovati a Mladec sembrano presentare delle caratteristiche molto simili a quelle dei neandertal, facendo avanzare l'ipotesi di un possibile mescolamento tra le due razze. L'ipotesi non è accettata da tutti i ricercatori, che però sottolineano come sia particolarmente eccitante riuscire finalmente a scoprire come erano fatti i primi sapiens europei.
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