Cubi dotati di chip riescono a ricostruire delle copie.
Anche i robot si possono riprodurre. O almemo costruire una copia di loro stessi. È quello che hanno dimostrato alcuni ricercatori della Cornell University coordinati da Hod Lipson che sono riusciti a costruire un robottino autoreplicante. Il robottino, presentato sulle pagine della rivista "Nature", consiste di una serie di cubi che si possono attaccare l'uno all'altro o ancora ruotare su loro stessi usando degli appositi elettromagneti.
Ogni cubo contiene un microprocessore che a sua volta contiene un set di istruzioni. Queste ordinano al cubo come ruotare o come agganciarsi sulla base della posizione degli altri blocchi. E grazie a queste istruzioni, i cubi, ognuno di dieci centimetri di lato, possono interagire fra loro in modo costruire delle copie di se stessi. O meglio replicarsi usando altri cubi.
In un filmato di presentazione, si vedono i robottini mentre ruotano su loro stessi e si posizionano al di sopra di altri cubi posti in alcune posizioni strategiche su un tavolo. Qui sganciano uno o due cubi e poi si spostano su un altro cubo in un'altra posizione strategica, replicando così se stessi. Insomma tre o quattro cubi impilati uno sull'altro possono creare un'altra torre ruotando su loro stessi e usando altri cubi messi a disposizione.
"Le istruzioni — spiega Lipson — sono tutt'altro che complesse, anzi sono sorprendentemente semplici". Lipson spera di poter miniaturizzare il più possibile questi cubi: in questo modo si potrebbero costruire delle strutture piuttosto interessanti. La capacità di autoreplicarsi potrebbe essere particolarmente importante per i robot che lavorano in ambienti estremi, in particolare nello spazio dove le riparazioni sono spesso impossibili. "Possiamo immaginare sistemi robotici che si autoriparano sulle sabbie di Marte, mentre esplorano il pianeta", dice il ricercatore americano.
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