Ricerca pubblicata su "Nature" risolve l'antico dilemma: ma a quanto pare non si deve sottostimare l'importanza dell'olfatto.
Le polemiche sul significato della danza delle api sembrano essere state finalmente archiviate grazie all'uso di mini radar impiantati sugli insetti. La ricerca, pubblicata sulla rivista "Nature", è stata condotta da un gruppo di ricercatori del Rothamsted Research britannico.
Fino a oggi esistevano due teorie contrapposte. La più famosa, avanzata per primo dal nobel Karl von Frisch, sosteneva che le evoluzioni aeree delle api sopra i fiori servissero a indicare agli altri membri dello sciame dove si trovava il cibo, cioè il nettare. La seconda invece sosteneva che la danza non serviva a questo, perché le altre api ci mettevano comunque troppo tempo ad arrivare sui fiori e non riuscivano nemmeno a trovarli con buona precisione. Insomma, sosteneva chi appoggiava questa seconda teoria, se quelle evoluzioni aeree contenevano delle informazioni, le altre api in realtà non erano in grado di capirle. La danza quindi avrebbe avuto l'unico scopo di attirare gli altri insetti, che sarebbero poi giunti sui fiori usando il loro olfatto.
Per risolvere il dilemma, i ricercatori hanno fatto ricorso a piccoli trasmettitori radar fissati sul dorso degli insetti. Il test così elaborato ha permesso di seguire il percorso seguito dalle api che avevano osservato la danza. L'esperimento è avvenuto in modo tale che le api non si potessero basare su niente altro se non che sulle istruzioni trasmesse attraverso le evoluzioni aeree delle compagne.
I risultati hanno dimostrato che gli insetti sono riusciti a identificare con precisione il luogo dove si trovavano i fiori, semplicemente seguendo le evoluzioni aeree delle compagne. Poi però hanno perso un po' di tempo prima di riuscire a atterrare sui fiori. Questo ritardo viene spiegato dagli autori della ricerca con l'impossibilità nelle condizioni di laboratorio per gli insetti di usare l'olfatto per atterrare sui fiori, come invece sembra avvenire nel mondo reale.
Due equipe di ricercatori l'hanno scovata nei parchi nazionali della Tanzania.
La parte interna del continente antartico è sempre di più ricoperta dai ghiacci: ma la penisola continua a perdere i suoi ghiacciai.
L'ipotesi emerge dalla datazione di alcuni resti trovati nella Repubblica Ceca: sono le ossa di sapiens più vecchie d'Europa.
Una tecnologia a raggi X ha consentito di leggere al di sotto di un libro di preghiere scoprendo il testo di una delle più importanti opere dell'antico matematico.
Si chiama Y (3940) e sembra essere una particella ibrida dalla vita molto breve.
Una versione genetica del Monopoli è il gadget più atteso del congresso dei genetisti americani.
Secondo uno scienziato russo per trasformare la Siberia in una verde prateria, basta riportarci i grandi mammiferi, che vivevano là nel Pleistocene.
Un'analisi genetica ha dimostrato che il batterio che causa la malattia è cambiato poco nel tempo.
L'influsso dell'attività solare sui campi magnetici terrestri disorienta i grandi cetacei.
L'Homo sapiens è uscito dall'Africa seguendo un tragitto attraverso l'Oceano Indiano e non il Medioriente.
Cubi dotati di chip riescono a ricostruire delle copie.
Individuati su stelle giovani simili al Sole dei brillamenti solari molto più grandi di quelli che si registrano oggi. Per gli astronomi potrebbero aver influenzato la posizione dei pianeti.
Un gruppo di esperti della Commissione europea ha bocciato la proposta avanzata dal presidente Barroso.
I siti delle centrali devono essere scelti con molta cura, per evitare l'impatto sulle popolazioni di uccelli.
Il reattore a fusione sperimentale potrebbe finalmente trovare casa in Europa, dopo il lungo braccio di ferro con il Giappone.
Secondo un astronomo americano, la sonda potrebbe subire gli effetti di una forza che agisce su alcuni asteroidi con orbita eccentrica.
I cambiamenti climatici potrebbero causare veri e propri esodi di milioni di persone.
Per la prima volta, è stata riconosciuta una specie di dinosauri che per sfruttare una nicchia evolutiva è passata a un tipo diverso di dieta.
La conferma arriva dalla composizione della piccola luna: il rapporto tra la roccia e il ghiaccio indica che si è formata nella fascia di Kuiper.
Il loro patrimonio genetico è frutto di un mix tra etnie africane e indonesiane. La ricerca è pubblicata sull'"American Journal of Human Genetics".