L'influsso dell'attività solare sui campi magnetici terrestri disorienta i grandi cetacei.
Potrebbe essere l'impatto dell'attività solare sui campi magnetici terrestri a far arenare le balene e gli altri cetacei. Sono queste le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista "Journal of Sea Research" da un gruppo di ricercatori dell'Università di Kiel in Germania guidati da Klaus Vaneslow.
Secondo il ricercatore, l'analisi dello spiaggiamento delle balene tra il 1712 e il 2003 mostra una correlazione con un'alta attività solare. L'ipotesi è che le balene nuotino seguendo il campo magnetico terrestre. Questo viene alterato dall'attività solare e le balene si confondono finendo per incagliarsi in acque basse.
In particolare, i ricercatori hanno esaminato gli spiaggiamenti dei capodogli nel Mare del Nord negli ultimi 300 anni e hanno visto che 87 su 97 sono capitati quando la lunghezza del ciclo solare era più breve. Secondo gli esperti, a un ciclo solare breve si può generalmente associare un'emissione di particelle solari più intensa, e quindi una maggiore influenza sul campo magnetico terrestre.
Vaneslow sottolinea che le balene nuotano seguendo il campo magnetico grazie ad alcuni cristalli di magnetite presenti in alcune loro cellule, come fanno i piccioni viaggiatori. I risultati della sua ricerca, però, sarebbero in contraddizione con altri dati sugli spiaggiamenti che non sempre sembrano essere correlati all'attività solare. Ad esempio nel corso degli ultimi anni il numero di spiaggiamenti registrato sembra essere aumentato. Secondo gli ambientalisti, questi dati si spiegano in altri modi. Anzitutto i cetacei sembrano essere disorientati dal rumore, in particolare dai sonar imbarcati sulle navi militari, che finiscono per danneggiare i sistemi sonar naturali di cui sono dotati. Poi sono spinti sulle spiagge anche da tecniche di pesca che li ostacolano.
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