Tra due anni metà della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane.
Entro il 2007, metà della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane. Lo annunciano i demografi della Commission on Population and Development delle Nazioni Unite, che sottolineano come nel 1950 solo il 30% della popolazione viveva in città.
Oggi circa 3 miliardi e 200 milioni di persone vivono nelle aree urbane rispetto ai circa 6 miliardi e mezzo che popolano il pianeta. Nel 2030, i cittadini diventeranno 5 miliardi, cioè il 61% della popolazione mondiale.
Venti città hanno già adesso più di dieci milioni di abitanti. Nel 1950 erano soltanto due, Tokyo e New York e nel 1975 quattro Tokyo, New York, Shangai e Città del Messico. Oggi le città più popolate sono Tokyo, con 35,3 milioni di abitanti, Città del Messico (19,2 milioni), New York-Newark (18,5 milioni), Bombay (18,3 milioni) e San Paolo (18,3 milioni). Le altre 15 più grandi sono Delhi, Calcutta, Buenos Aires, Giacarta, Shanghai, Dacca, Los Angeles, Karachi, Rio de Janeiro, Osaka-Kobe, Il Cairo, Lagos, Pechino, Manila e Mosca. Nel 2015 invece le cinque città più popolate saranno Tokyo, con 36,2 milioni di abitanti, Bombay con 22,6 milioni, Delhi con 20,9 milioni, Città del Messico con 20,6 milioni e San Paolo con 20 milioni.
Nonostante la crescita degli agglomerati urbani più grandi, la metà degli abitanti di città vive in località molto più piccole, al di sotto delle 500 mila persone. I modelli secondo cui si distribuisce la residenza urbana poi variano a seconda dei livelli di sviluppo dei continenti. Ad esempio in quelli più sviluppati tre quarti della popolazione vive in città contro il 43% dei continenti meno sviluppati. Anche tra le regioni meno sviluppate però esistono delle differenze. In America Latina e Caraibi la percentuale di popolazione urbana è di circa il 75%, contro il solo 40% dell'Africa e dell'Asia.
Le grandi dighe emettono nell'atmosfera un gas serra ancora più pericoloso dell'anidride carbonica: il metano.
Scomparsa da circa un secolo dalla marina mercantile, la propulsione a vela potrebbe presto tornare in auge grazie alle nuove tecnologie.
La differenza tra le temperature invernali e quelle estive è la chiave per la nascita della coltre ghiacciata al Polo Nord.
Un rapporto delle Nazioni Unite svela che dove gli ecosistemi non erano stati degradati dall'uomo i danni sono stati minori.
Un fossile trovato in Mongolia segnala che i conigli moderni nacquero circa 65 milioni di anni fa.
Gli insetti scelgono il legno da mangiare sulla base delle vibrazioni provocate dalle loro ganasce.
I dati della sonda Mars Express sembrano evidenziare la presenza di ghiaccio nel sottosuolo marziano.
Secondo un ricercatore americano, sulle lunghe distanze le leggi della gravità sarebbero diverse da quelle accettate oggi.
La prima vela solare dovrebbe volare ad aprile, grazie a un progetto che vede la partecipazione della Planetary Society e della Russia.
La senape indiana, a quanto pare, è ghiotta di selenio e può liberare da questo elemento i terreni che ne sono troppo ricchi.
Il piano nazionale è ancora in embrione e non sembra essere adeguato a centrare gli obiettivi fissati dal Protocollo.
La scoperta consente di comprendere meglio l'evoluzione dei nostri antichi cugini.
Secondo l'OMS-Europa l'entrata in vigore del Protocollo aiuterà non solo a prevenire la mortalità legata al clima ma anche quella dipendente dall'inquinamento.
Le Nazioni Unite chiedono un maggiore impegno. Altrimenti, avvertono, sarà impossibile convincere i paesi in via di sviluppo.
Una ricerca sembra indicare l'assenza di collegamento fra il quark top e la forza nucleare debole.
Il WWF avanza la sua proposta su come gestire il periodo successivo all'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto.
Le serie storiche delle temperature indicano che lo scorso anno ha avuto temperature medie inferiori solo al 1998, al 2002 e al 2003.
I dati perduti per un problema ai canali di trasmissione della sonda Huygens sono stati recuperati dai radiotelescopi.