Le Nazioni Unite chiedono un maggiore impegno. Altrimenti, avvertono, sarà impossibile convincere i paesi in via di sviluppo.
I paesi ricchi stanno presentando un cattivo esempio ai paesi in via di sviluppo sul taglio delle emissioni di anidride carbonica. Ad averlo detto pochi giorni prima dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto è Joke Waller-Hunter, segretario esecutivo della United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC).
Il protocollo impone un taglio del 5,2% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 ai paesi industrializzati entro il 2008-2012. Ci sono Stati però ben lontani da questo obiettivo come Spagna, Portogallo, Irlanda, Grecia, Nuova Zelanda e Canada.
"Se tutti i paesi rispetteranno quanto stabilito nel protocollo sarà un passo importante. Dovremo però procedere più oltre per riuscire a superare questa sfida", dice la Waller-Hunter. A partire dal 2012 l'obiettivo è quello di coinvolgere anche i paesi in via di sviluppo. Paesi che secondo l'alto funzionario internazionale aspettano ancora il segnale che i paesi ricchi prendano sul serio i limiti stabiliti dal Protocollo.
Se il trattato verrà rispettato, entro il 2012 sarà raggiunto un obiettivo di riduzione delle emissioni pari a circa il 3,5%, mentre la protezione del clima richiede che entro la metà di questo secolo le emissioni siano ridotte almeno del 60%.
"Per questo motivo — ha sottolineato il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli — è necessario lavorare fin da ora a costruire le condizioni di un impegno globale per il dopo 2012. Un impegno che veda la partecipazione attiva degli Stati Uniti, l'Australia, la Cina, l'India, il Brasile e le altre economie emergenti".
Proprio in questa prospettiva l'Italia appoggia con convinzione l'iniziativa della Gran Bretagna, presidente di turno del G8, che ha convocato a Londra per la metà di marzo una Conferenza Internazionale dei Ministri dell'Ambiente e dell'Energia rappresentativi dei paesi sviluppati ed emergenti che hanno i maggiori consumi di energia.
Un fossile trovato in Mongolia segnala che i conigli moderni nacquero circa 65 milioni di anni fa.
Gli insetti scelgono il legno da mangiare sulla base delle vibrazioni provocate dalle loro ganasce.
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