Se lo fa uno, lo fanno tutti: per i ricercatori che li hanno osservati, gli scimpanzé copiano i comportamenti dei loro simili, anche quando avrebbero delle valide alternative.
Una caratteristica che sembrava esclusiva del genere umano è in realtà condivisa dalle scimmie: la moda. Una ricerca guidata da Andrew Whiten, dell'università di St. Andrews (Scozia), pubblicata su Nature, dimostra infatti che gli scimpanzé non solo sono in grado di utilizzare strumenti e di tenere comportamenti sociali complessi, ma anche che lo fanno proprio come gli esseri umani: imitando gli altri.
Gli studiosi hanno dimostrato che gli scimpanzé si comportano in questo modo anche se da soli hanno scoperto altri modi di usare gli stessi strumenti. Questo vuol dire che seguono un comportamento appreso in società e non innato, quasi la dimostrazione che anche gli scimpanzé hanno una cultura. Per dimostrarlo, commenta Whiten, "serviva però la prova che gli scimpanzé sanno mantenere una tradizione culturale in un ambiente controllato".
Whiten e colleghi hanno studiato gli scimpanzé dello Yerkes Primate Center della Emory University, ad Atlanta. Hanno messo un grappolo d'uva in una scatola e hanno insegnato a due gruppi di scimpanzé due modi diversi di usare un bastone per prenderlo.
Dopo l'addestramento, gli animali sono stati reinseriti nei loro gruppi sociali. Com'era da aspettarsi, molti degli scimpanzé hanno usato la tecnica usata dai loro compagni. E, anche se alcuni scoprivano autonomamente l'altro metodo e passavano spontaneamente da uno all'altro, dopo due mesi la maggior parte era tornata all'abitudine più in voga nel proprio gruppo.
William McGrew, primatologista della Miami University a Oxford, nell'Ohio commenta: "È la prima dimostrazione che gli animali apprendono un'abitudine per imitazione: si assottiglia il divario fra uomini e scimpanzé". Ma non tutti sono d'accordo: secondo Bennett Galef, della McMaster University a Hamilton, (Canada), lo studio non autorizza ancora a parlare di cultura.
Da anonimo iceberg nello spazio a corpo fra i più interessanti del Sistema solare. È il destino di Enceladus, visitato dalla sonda Cassini con risultati sorprendenti.
Le idee scientifiche sono un patrimonio collettivo. Farle pagare attraverso l'abbonamento alle riviste specialistiche comporta anche degli svantaggi economici. Lo sostengono dei ricercatori inglesi, in una lettera aperta al ministero britannico della scienza.
Due galassie si sono scontrate nella costellazione dei Pesci. E chi ha potuto vedere l'evento dalla Terra ha avuto un assaggio della fine che farà la nostra Via Lattea, quando, tra qualche miliardo di anni, andrà a collidere con Andromeda.
Due scienziati americani mettono fine alla polemica: il nucleo solido della Terra ha una diversa velocità di rotazione rispetto agli altri strati del pianeta. E l'osservazione si prepara già a modificare le teorie sull'origine e lo sviluppo della Terra.
Una riserva naturale troppo affollata e una troppo vuota. La soluzione: il trasporto di quattrocento pachidermi su degli speciali camion per i prossimi otto mesi.
Due team di ricercatori e un vecchio quesito. La soluzione? Leonardo ci aveva visto giusto: due superfici hanno un coefficiente di attrito più alto se sono simili a livello molecolare.
Sono in grado di riconoscere l'altezza dei singoli suoni e quindi sono i neuroni grazie ai quali possiamo ascoltare la musica. E anche riconoscere una melodia indipendentemente dallo strumento con cui viene suonata.
Non solo tridimensionale, ma anche capace di far sentire gli odori di una scena, proprio come se la si vedesse dal vivo. E il governo giapponese sta già investendo milioni di euro.
I vantaggi economici di questa scoperta sono potenzialmente enormi, soprattutto nal campo delle telecomunicazioni.
Uno dei principali bersagli delle critiche agli Ogm è caduto: si tratta del gene per la resistenza agli antibiotici, che è stato per la prima volta ottenuto da un vegetale, anziché da un batterio.
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Il satellite Soho ha festeggiato la sua millesima cometa, scoperta, a un minuto dalla novecentonovantanovesima, da un astrofilo di Bologna.
Per adesso il progetto è destinato soprattutto agli astronauti, costretti a mangiare per mesi insapori pillole ipercaloriche. Ma presto, secondo i progettisti, il computer cuoco potrà essere a disposizione di tutti.
Grazie al satellite Swift, gli astronomi hanno potuto studiare i momenti che seguono all'esplosione: prima l'emissione di raggi gamma e poi di raggi X.