I dati di un istituto di ricerca americano dimostrano che nel mondo sta crescendo la quantità di materiale per la costruzione di armi nucleari.
Le scorte mondiali di uranio altamente arricchito 235 e di plutonio, materiali fissili che possono essere usati nella costruzione di armi nucleari, sono in crescita nonostante le incertezze e i timori sulla sicurezza di questi materiali. Ad annunciarlo un rapporto dell'Institute for Science and International Security (ISIS) americano. "Alla fine del 2003 c'erano 3700 tonnellate metriche di plutonio e uranio arricchito 235 in 60 paesi al mondo, più che sufficienti per la costruzione di centinaia di migliaia di testate atomiche", spiega il direttore dell'Istituto ed ex membro degli ispettori dell'ONU, David Albright in un articolo pubblicato sulla rivista Bulletin of the Atomic Scientists.
Tra i paesi dotati di questo materiale, oltre alle tradizionali potenze nucleari (USA, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna), anche Belgio, Italia, Germania, Giappone, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera, Sudafrica, tutti Stati che aderiscono al trattato di non proliferazione nucleare. Oltre a queste nazioni, però, scorte di plutonio e uranio si trovano in paesi che non aderiscono al trattato come Israele, Pakistan, India e Corea del Nord. Nel 2003 la Corea del Nord possedeva un arsenale composto da un numero di atomiche tra due e nove e una scorta di 15-39 chilogrammi di plutonio.
Secondo Albright è difficile che nei prossimi 15 anni le scorte di materiale fissile si possano ridurre. Per costruire un'arma atomica ci vogliono circa 10 chilogrammi di plutonio e tra i 16 e i 25 chilogrammi di uranio arricchito 235. Le stime dell'istituto indicano che alla fine del 2003 c'erano in tutto il mondo circa 1855 tonnellate di plutonio e 1900 tonnellate di uranio 235. Le prime in gran parte nella mani di strutture civili e le seconde invece in quelle di strutture militari.
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