I corridoi percorsi da una specie di tartaruga a rischio estinzione potrebbero aiutare gli ecologisti a preservarla dalla caccia dei pescatori. Ma la viabilità dei due oceani è risultata molto diversa per le migrazioni dei rettili marini.
Tra tartaruga e pescatore, vince sempre il pescatore. E allora chi vuole proteggere la tartaruga deve concentrare tutti i suoi sforzi nell'evitare che avvenga l'incontro fatale con il pescatore. Un paio di brevi comunicazioni uscite questa settimana su Nature fanno il punto della situazione riguardo alle possibilità di protezione di una specie di tartaruga marina, la Dermochelys coriacea o tartaruga di Luth, sempre più vicina all'estinzione. E spiegano che la situazione è più complessa di quanto non si immaginasse, perché le tartarughe cambiano i loro comportamenti da un oceano all'altro.
I percorsi marini della tartaruga in pericolo sono stati studiati da due diversi team di scienziati, uno diretto da Jean-Yves Georges del Centro di ecologia e fisiologia energetica del Cnrs (il Cnr francese) di Strasburgo. E l'altro da Graeme C. Hays della Scuola di scienze biologiche dell' Istituto di sostenibilità ambientale della University of Wales di Swansea, in Gran Bretagna. I due gruppi di scienziati hanno studiato i percorsi delle migrazioni che i rettili intraprendono per attraversare gli oceani, impiegando un complesso sistema satellitare. Ma mentre i risultati dell'osservazione sull'Oceano Pacifico avevano permesso di individuare dei corridoi ben definiti, per l'Atlantico la situazione è apparsa più confusa. In questo oceano, infatti, le tartarughe sembrano viaggiare in ordine sparso, disperdendosi in delle vaste aree di mare. Un'abitudine che potrebbe rendere difficile l'individuazione delle aree da proteggere dall'intrusione dei pescatori.
Il gruppo francese, però, sostiene di aver individuato comunque delle zone di oceano a maggior probabilità di incontro tra pescatore e tartaruga, e sarebbe proprio l'isolamento di queste un punto di partenza per la preservazione della specie a rischio.
Il vero Jurassik Park potrebbe essere nel nord est della Cina. Lì è stato ritrovato un uovo di Pterosauro perfettamente conservato dopo 121 milioni di anni. L'embrione è perfettamente formato e probabilmente era a pochi giorni dalla schiusa dell'uovo.
Una riserva di carbonio nel suolo renderebbe i terreni più produttivi e ridurrebbe la quantità di monossido di carbonio nell'atmosfera, riducendo così anche i rischi del riscaldamento globale.
Dopo un anno di commissariamento il Cnr è pronto a riorganizzarsi. Adriano De Maio, fautore del cambiamento, ha consegnato le chiavi della prima istituzione nazionale di ricerca a Fabio Pistella, nuovo presidente del Cnr dal maggio scorso.
Nel 1859 il matematico pubblicò una congettura, senza provarla, su come i numeri primi sono distribuiti in mezzo agli altri numeri. Da allora questa ipotesi ha rappresentato un rompicapo per i matematici. Un ricercatore della Purdue University sostiene di aver risolto l'arcano a 145 anni di distanza.
È stato estratto in Antartide un pezzo di ghiaccio risalente a 740 mila anni fa. Gli scienziati sperano di poter ripercorrere le vicende del clima della terra per capire a cosa sia dovuto il riscaldamento a cui stiamo assistendo e se è vero che siamo alle soglie di una nuova era glaciale.
Un potente spettroscopio capace di assorbire la luce nel lontano infrarosso ha individuato la presenza di azoto molecolare nello spazio interstellare fuori dal sistema solare. Si aprono nuove prospettive sullo studio della formazione dei sistemi planetari e della vita sulla terra.
Dietro l'affascinante varietà di gusci colorati e multiformi degli odierni molluschi marini ci sarebbe un fenomeno geologico e il conseguente aumento del calcio disciolto nei mari. Il segreto è stato svelato con delle analisi su delle particolari rocce salate.
Un enorme meteorite, risalente a circa due miliardi di anni fa, si sarebbe schiantato sul suolo del Canada con una forza tale da sprofondare nelle viscere della terra e portare in superficie in un raro metallo.
In condizioni di clima secco, sarebbero le piante degli ambienti piovosi a sopravvivere meglio. E non i cactus, come ci si aspetterebbe. Questa osservazione conduce gli scienziati a introdurre un nuovo parametro per lo studio degli ecosistemi.
Il grande progetto cinese, sarà la diga idroelettrica più grande del mondo, con il suo chilometro e mezzo di larghezza sul fiume Yangtze. Adesso, dopo una storia tormentata di fallimenti tecnici e proteste sociali, la diga comincia a funzionare.
Si appiccicano e si staccano, poi si riappiccicano e si ristaccano. Anche dozzine di volte. Sono le condensine, proteine che tengono compatti i filamenti di Dna nel nucleo della cellula, e funzionano proprio come il velcro.
I nostri codici segreti, password e i numeri della carta di credito, preda dei pirati informatici rimangono per anni nel pc. Grazie alla simulazione di un sistema informatico oggi possiamo pedinare i dati sensibili.
Potrebbero sostituire i circuiti elettronici e trasformare gli attuali pc in pezzi da museo. Grazie cristalli particolari messi a punto al Mit a Boston si aprono prospettive per nuovi circuiti che funzionano a fotoni.
La scienza esce fuori dai luoghi istituzionali e si trasferisce intorno ai tavolini di un bar. Esplodono nel mondo i "café scientifique" e stavolta l'Italia non è da meno.
Quattordici tempeste tropicali potrebbero colpire i Carabi e le coste meridionali degli Usa, e circa la metà si potrebbero trasformare in uragani. E dietro a tutto ci sarebbe il riscaldamento dell'Oceano Atlantico e dell'atmosfera, il cambiamento delle correnti che dal sud risalgono a nord.
I resti fossili di alcune rocce tunisine e il verso del guscio di vecchie conchiglie confermerebbe che i dinosauri sono morti a causa dell'abbassamento delle temperature successivo a un grande impatto di asteroide.
Sembrava che a fare la differenza di uomini e scimpanzé ci fosse appena un 1,5% del genoma. Un nuovo studio però mostra come le differenze sono più profonde di quanto si pensava e sono da cercare nel modo in cui dai geni si arriva alle proteine.
Ricercatori statunitensi hanno dimostrato che nella costruzione di un ricordo intervengono anche le zone del cervello che integrano gli stimoli olfattivi. E così che quando si richiama un ricordo si ha la sensazione di sentire gli odori associati ad esso.
L'onda di calore prodotta dall'impatto dell'asteroide caduto sullo Yucatan 65 milioni di anni fa avrebbe ucciso gran parte dei dinosauri in poche ore. La nuova ipotesi è stata pubblicata sul Bulletin of the Geological Society of America.
Grazie alla proteomica ricercatori italiani hanno isolato gli enzimi della flora fermentante del vino responsabili della produzione di istamina che provoca così tanti disturbi, fra cui quel fastidioso mal di testa.
I canali che si vedono sulla superficie del pianeta Marte potrebbero non essere solo il frutto di fiumi che in passato scorrevano sul pianeta. Una nuova ricerca attribuisce la topologia della superficie del pianeta anche a "fiumi di sabbia".