È morto all'età di 97 anni lo scorso 30 agosto, Fred Whipple il primo ad avanzare la teoria che le comete erano "palle di neve sporca".
Fred Whipple, l'astronomo che per primo immaginò le comete come "palle di neve sporca". Whipple ha scoperto sei comete, tutte chiamate con il suo nome, e nel corso della sua lunga vita da scienziato è stato anche il direttore del prestigioso Harvard Smithsonian Center for Astrophysics.
Fu il primo a intuire che le comete erano qualcosa di più di conglomerati sabbiosi come si pensava fino a quale decennio fa. Dal momento che orbitavano attorno al Sole in orbite molto allungate, pensava Whipple, non potevano essere fatte solo di sabbia, altrimenti si sarebbero disintegrate. Nel 1950, pubblicò un articolo scientifico in cui avanzava l'ipotesi che fossero fatte di ghiaccio e nel 1986 la missione Giotto arrivò sufficientemente vicina al nucleo della cometa di Halley per scoprire che lo scienziato americano aveva ragione. La sua ipotesi fu la più citata nei 50 anni successivi alla pubblicazione negli articoli scientifici che parlavano di comete.
Nel 1999 fu aggregato al team di ricercatori che lavorava alla missione Contour della Nasa, diventando così lo scienziato più anziano mai proposto per un lavoro del genere. Ma il suo campo d'azione non si è limitato alle comete. Durante la Seconda Guerra Mondiale contribuì all'invenzione di un congegno in grado di confondere i radar nemici: si trattava di un meccanismo che tagliava in striscioline sottili fogli di metallo. Nel corso dei primi viaggi spaziali, introdusse uno scudo antimeteore sulle sonde, la cui versione migliorata è in uso ancora oggi.
Fu anche uno dei primi a immaginare l'importanza dei satelliti artificiali. Con pochi altri scienziati organizzò una rete di osservatori entusiasti del cielo che ipotizzava quali orbite avrebbero seguito. Dopo il lancio dello Sputnik, fu la sua rete a seguire il volo del satellite sovietico, guadagnandosi così anche la copertina di Life.
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