L'uso di tecniche di pompaggio sempre più sofisticate sta esaurendo le falde acquifere sotterranee: solo nel subcontinente indiano 21 milioni di pozzi che stanno letteralmente prosciugando le falde sotto ai campi.
L'uso di tecnologie sempre più raffinate per pompare dal sottosuolo l'acqua per l'irrigazione sta letteralmente "asciugando" il continente asiatico. L'allarme è stato lanciato da un gruppo di ricercatori nel corso del simposio di Stoccolma sull'acqua, che hanno puntato il dito soprattutto sulle nuove tecniche di pompaggio.
L'epicentro di questo problema è l'India, dove ad esempio nello Stato del Gujarat ci sono condutture sotterranee che scendono per 300 metri nel sottosuolo, costruite grazie alle più moderne tecnologie ottenute dall'industria petrolifera. In totale nel Subcontinente indiano ci sono circa 21 milioni di pozzi che stanno letteralmente prosciugando gli acquiferi sottostanti i campi.
Secondo i dati raccolti da Tushaar Shah dell'International Water Management Institute, questi pozzi in India portano in superficie circa 200 mila metri cubi di acqua l'anno, solo una parte dei quali viene effettivamente rimpiazzata dalle piogge monsoniche. E in un periodo compreso tra i cinque e i dieci anni i pozzi potrebbero essere completamente esauriti, facendo ripiombare l'India nelle carestie e nella fame. La situazione è aggravata da uno stato di vera e propria anarchia: nessuno sa realmente quanti siano questi pozzi, quanto lunghe siano le tubature e dove finiscano per pescare l'acqua.
Il problema però riguarda anche altri paesi: nella Cina settentrionale sono più di 30 mila i metri cubi d'acqua pompati in superficie in più rispetto a quanti ne possono essere rimpiazzati dalle piogge, e circa il 40 per cento della produzione di cereali dipende dall'acqua sotterranea. Carenze in questa preziosa risorsa si tradurranno presto nella necessità per il paese asiatico di ricorrere alle importazioni di cereali dall'estero. Anche in Vietnam il numero di pozzi è in crescita, ormai è quadruplicato toccando il milione.
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