Un robot senza scheletro esplorerà le profondità marine
Il nuovo progetto di esplorazione marina promosso dall'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova si ispira a polpi e piovre. Il mezzo robotico che si sta studiando all'IIT, avrà tentacoli morbidi che copiano quelli dei cefalopodi perché come spiega Cecilia Laschi, responsabile del progetto, i mezzi robotici usati fino a ora non riescono a insinuarsi nei buchi e nelle fessure della barriera corallina e nelle formazioni rocciose del fondo marino.
Il nuovo sistema servirà per a scattare foto e raccogliere campioni proprio in questi anfratti, così importanti per gli oceanografi che studiano i cambiamenti climatici nel mare.
“Stiamo replicando la struttura muscolare della piovra per creare un robot privo di strutture rigide – una cosa completamente nuova nel nostro campo,” ha spiegato la scienziata.
La struttura muscolare delle piovre è sorprendente. Ogni tentacolo ha quattro muscoli longitudinali indipendenti, separati da muscoli trasversali, controllati da un nervo che passa per il centro dell'arto. Il volume complessivo del tentacolo resta costante durante il movimento – mentre i muscoli longitudinali si assottigliano, quelli trasversali si contraggono anche e il tentacolo si allunga-.
I tentativi di tentacolo artificiale studiati fino a oggi non sono mai stati in grado di assottigliarsi, e dato che per provocare il movimento si utilizzava aria compressa, non erano adatti, a causa dell'eccessivo galleggiamento, per esplorare i fondali marini.
Laschi e colleghi – un team internazionale che vede partecipare scienziati provenienti da Regno Unito, Svizzera, Turchia, Grecia e Israele – hanno creato un tentacolo di silicone morbido, riempito di un polimero elettroattivo, chiamato elastomero dielettrico. Quando si applica una corrente elettrica a questo polimero, il silicone viene compresso e il tentacolo si accorcia.
Il primo prototipo di tentacolo non è stato ancora costruito, e per ora è disponibile un simulatore che mostra le forze che l'elastomero dielettrico è in grado di produrre. Secondo Laschi, questa simulazione dimostra che è possibile ricreare i movimenti tipici della piovra.
Guarda il video di New Scientist su questa ricerca
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