Gli scienziati combattono la malaria migliorando il sistema immunitario della zanzara
La malaria è una malattia che ogni anno, soprattutto in Africa, uccide fino a tre milioni di persone. Esistono delle cure, ma non sono sufficienti e comunque poco praticabili nei paesi poveri del sud del mondo, e soprattutto non esiste un vaccino. Gli scienziati dell'Università Johns Opkins stanno tentando una strada alternativa per debellare il parassita: rendere immuni le zanzare che lo trasmettono.
Il parassita responsabile del contagio, il Plasmodium falciparium – un protozoo – è infatti trasmesso all'uomo unicamente attraverso il morso di alcune specie di zanzara, che a loro volta si infettano succhiando il sangue umano. Il parassita viene ingerito e staziona per un certo tempo nell'intestino dell'insetto, fino a quando un certo punto comincia a moltiplicarsi e si diffonde nella saliva dove è pronto per passare nel sangue umano. Nel passaggio dall'intestino alla saliva il sistema immunitario dell'animale riesce a inattivare la maggior parte dei parassiti, ma non è sufficiente per immunizzare del tutto la zanzare.
George Dimopoulos, professore del Istituto di Ricerca sulla Malaria della Johns Opkins, ha analizzato il codice genetico delle zanzare responsabili della trasmissione della malattia. Come si legge nello studio pubblicato sulla rivista PLoS Pathogens, ha poi disattivato un gene specifico ottenendo così una risposta immunitaria anticipata.
Secondo Dimopoulos la zanzara con il DNA modificato è in grado di eliminare completamente il parassita. "Quando la zanzara si nutre di sangue infetto, il parassita viene riconosciuto attraverso dei recettori specifici dal suo sistema immunitario e parte la risposta fisiologica. In condizioni naturali questa risposta avviene con troppo ritardo perché riesca a dar luogo a una difesa efficiente” spiega Dimopoulos. Nelle zanzare geneticamente modificate invece la risposta immunitaria viene indotta precocemente ed è in grado di debellare tutti i microorganismi nocivi.
In futuro, la diffusione di queste zanzare high-tech nelle zone infestate dalla malattia potrebbe ridurne notevolmente l'incidenza fino a, si spera, il completo debellamento.
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