Lo studio delle specie che abitano ecosistemi semplici come quello antartico aiuta a capire l'evoluzione di quelli più complessi
Che cosa ha a che fare un verme antartico con l'effetto serra? Byron Adams, professore di biologia moleculare, e Bishwo Adhikari suo studente alla Brigham Young University, negli Stati Uniti, hanno studiato un piccolo verme antartico, in grado di resistere, grazie a un particolare sistema antigelo, a temperature molto severe. Secondo i due scienziati, comprendere le dinamiche ambientali delle specie animali in ambienti molto semplici è fondamentale per sviluppare modelli di ecosistemi più complessi, come per esempio un campo agricolo nelle zone temperate, che aiutino capire come si evolveranno con il riscaldamento globale.
Il verme oggetto dello studio sintetizza una sostanza antigelo che gli impedisce di soccombere alle rigide temperature polari: i cristalli di ghiaccio che si formano infatti all'interno delle cellule degli organismi che vivono ai poli sono talmente aguzzi che finiscono per rompere la membrana cellulare. La sostanza prodotta dal verme probabilmente impedisce la formazione di cristalli taglienti o li ricopre. Scoprire quali geni la sintetizzano potrebbe essere molto utile anche per creare piante alimentari in grado di sopravvivere al freddo.
Come si legge nella ricerca pubblicata su BMC Genomics, il piccolo nematode non solo è in grado di sopravvivere a grandi freddi, ma entra anche in uno stato di quiescenza metabolica quando l'umidità ambientale scende sotto un certo livello, per risvegliarsi solo quando le condizioni ritornano a migliorare.
Le straordinarie capacità di sopravvivenza di questo animale faranno sì che probabilmente quando l'ambiente diventerà più temperato a causa del riscaldamento globale prosperi maggiormente di altre specie concorrenti. I dati raccolti da questa ricerca saranno utili per comprendere come gli ecosistemi varieranno a seguito dell'innalzamento delle temperature.
“Capire la funzione del terreno in maniera indipendente dalla presenza di specie vegetali fornisce una linea di base alla quale poi potremmo aggiungere l'effetto delle piante,” ha spiegato Adams. “Questi sono dei primi passi rudimentali – l'obiettivo a lungo termine è quello di estendere i nostri risultati a sistemi più complessi, in particolare gli ecosistemi manipolati dall'essere umano. Gli agricoltori vogliono sapere come il riscaldamento globale modificherà la produttività agricola. Capire come questo accade in ecosistemi semplici è il primo passo per riuscire a fare delle previsioni.”
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